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L’almirante e i suoi ufficiali notarono con grata maraviglia che il loro ospite aveva copiate le usanze d’Europa, da lui osservate a bordo della Nina, facendo stendere sulle tavole dei pezzi di cotone tessuto, a guisa di tovaglia.

Mercè questa operazione, fu posto in chiaro che quel lastrone orizzontale posava su altri quattro, verticalmente piantati. Un silenzio religioso regnava nella caverna. Qualche cosa di sepolto cinque o diecimil'anni addietro stava per ritornare alla luce. A voi, fratello Adelindo, disse il priore, copiate questa forma di sepoltura, prima che sia scoperchiata.

Io non uscii primo a presentare al popolo il decreto, preferendo rimanere sino a che varie copie fossero fatte. Erano concepite in brevi termini per il richiamo della Deputazione e furono in pochi momenti copiate da quei senatori che eransi presentati per stenderlo. Presa pertanto una copia, mi presentai tosto al popolo tenendo la carta colla mano alzata, onde tutti potessero vederla. Ed in vero se non fosse stato pronto il rimedio al male, il popolo, entrato in Senato, non avrebbe certamente rispettate le persone. E sebbene fossero in maggior pericolo quei senatori che furono colle voci e colle minacce insultati al loro primo ingresso, perché considerati noncuranti dell'opinione pubblica, pure nel tumulto delle offese nessuno poteva lusingarsi di rimanere salvo. L'uniformit

Si valgono: la scelta sarebbe impossibile. Ma il risultato di tutto ciò non si fece attendere. Il duca di Balbek però, innanzi di mettersi all'opera seriamente, esigette, per iscritto, il mandato di cooperare ad assicurare la successione del re Taddeo. Suo zio, ministro del re Claudio, gli rilasciò questo attestato come pure la copia autentica della lettera di re Taddeo e della risposta di re Claudio. E gli è precisamente questo documento essenziale dell'affare, cui non ò, e che mi occorre. Le lettere dei due re, copiate da un gesuita disgraziato, non

Talvolta anzi è così povero di poesia, che è costretto a comprarla o a prenderla in prestito. Fra gli altri ho conosciuto un poetico giovanotto, di cui ebbi occasione di leggere le lettere, che scriveva alla fidanzata. Erano letteralmente copiate dal Foscolo e dal Goethe. Meno male che la sposa non aveva mai letto Jacopo Ortis il Werther.

Erano le quattro righe copiate letteralmente dall'elogio dello zio prete, che morto e sepolto da un pezzo, non poteva più risuscitare a protestare e a pretendere la roba sua. La gente mormorò: bene, bravo.