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Il seminarista, il chierichetto dagli occhi strambi e dalla faccia lentigginosa pareva si godesse a stuzzicarlo, ad accenderlo sempre di più in quei pensieri, in quei misteri, e gli ripeteva di nascosto anche i versi del Berchet: "Maledetta chi d'italo amplesso Il tedesco soldato beò!"

Avverto che i titoli degli scritti, i quali nell'elenco sono compresi tra parentesi quadre, non sono del Berchet. Egli lasciò questi scritti senza titolo; ma si credette di apporne loro uno nella presente edizione, o di accogliere quello dato loro dai precedenti editori, per comodo delle eventuali citazioni e delle ricerche.

Seguendo adunque i criteri esposti giá nella Nota con la quale si chiude il primo volume delle Opere del Berchet, io riprodussi il testo offertoci dal Cusani nel ristampare la Lettera, testé accennata; ma ricorsi invece, per le altre prose, alle edizioni originali, come risulta dall'elenco seguente, nel quale gli scritti del Nostro vengono ricordati nello stesso ordine strettamente cronologico col quale sono disposti nel presente volume .

Mi giovo intanto di questa occasione per presentare a lei, egregio signore, le assicurazioni rispettose della mia stima. Di Pegli, 24 ottobre 1848. E, naturalmente, mancano nella sua raccolta anche quelle poche prose del Berchet, che furono conosciute e videro la luce dopo il 1863.

Il disprezzo pei governi ancora più timidi che feroci fomentava il coraggio, mentre le satire del Giusti, i romanzi del Guerrazzi, le canzoni del Berchet infiammavano entusiasmi gi

Il Berchet, appressatosi a quella signora nel mentre ch'essa ragionava con l'amico del Confalonieri, udì le loro parole, e immantinenti si diliberò di scampare in estero Stato, pose tempo in mezzo ad eseguire quel proponimento. Ricevette pertanto il Confalonieri la notizia che gli amici erano impazienti di fargli giugnere, ma non ne fu punto commosso, e ricusò di fuggire.

Dopo le Speranze d'Italia lesse una raccolta di poesie patriottiche, del Berchet, del Foscolo, del Manzoni. Imparò a mente i cori del Conte di Carmagnola, e la sera li ripeteva tra nel silenzio del dormitorio buio, e si addormentava mormorando con fervore quei canti di guerra. Erano le sue preghiere.

Essi hanno tutti in questo periodico la firma di «Grisostomo». Non è impossibile che possa essere del Berchet anche qualche altro articolo, che nel Conciliatore non ha firma alcuna, o che è firmato con pseudonimi o con sigle, che non si sa a quali dei soliti collaboratori si debbano attribuire.

Sapevan tutti un po' d'italiano, ed erano amantissimi della nostra poesia; così che per ore e per ore non si faceva che declamar versi, essi dello Zorilla, dell'Espronceda, del Lopez de Vega, io del Foscolo, del Berchet, del Manzoni; intercalati, con una sorta di gara, a chi ne diceva di più belli. È un sentimento nuovo quello che si prova dicendo versi dei nostri poeti in un paese straniero.

Esiliato nel 1821 dall'Austria, passò una parte della sua vita a Parigi, ove consolò tutti gl'infortunii degli emigrati. Ora egli spende le sue ricchezze in beneficenze. L'è in casa sua che fu raccolto e morì il nostro Tirteo nazionale Berchet. Il marchese Arconati Visconti è cattolico, ma non oltramontano io sarei per dire che egli è piuttosto cristiano.