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Gli assassini di Ramus e Delpech valgono di certo quei che ferirono l'Emiliani. «Credetemi, Signore, vostro 30 ottobre 1832 . «MAZZINI

Il decreto ministeriale che, per compiacere ai governi dispotici d'Italia, m'esiliava di Francia, mi colse nell'agosto del 1832. Importava continuare in Marsiglia, dov'erano ordinate le vie di comunicazione coll'Italia, la pubblicazione dei nostri scritti. Però determinai di non ubbidire e mi celai, lasciando credere ch'io partiva.

N.º 498, Parigi, via Taranne, 12. Il 6 ottobre 1832 .

La formola del viglietto che giocherete la volta ventura, amico mio rispose il dottore con calma sarebbe la seguente; «Estratto dai registri dello stato civile della Comune di Nicastro, n°... pagina... ecc., ecc. Oggi, 20 aprile 1832, s'è presentato a noi, cancelliere della detta Comune, D. Antonio Bello, accompagnato da quattro testimoni onde fare iscrivere una bambina chiamata... chiamata... , chiamata Regina, cui il detto D. Antonio Bello ed i testimoni

Si rileva da' documenti che fu «iscritto alla matricola della direzione di Nizza il 27 febbraio 1832 al n. 289»; che entrò al servizio, in Genova, il 26 dicembre del 1833; e che il 3 di febbraio del 1834 venne imbarcato sulla regia fregata Des Geneys, dalla quale disertò il giorno dopo.

Però, raccolse dalle mani d'un agente di polizia un documento storico al quale l'impostore aveva apposto il mio nome, e lo inserì, pur sapendolo opera di falsario, nel Monitore. Il 20 ottobre 1832 un Emiliani era stato assalito sulla strada e ferito non mortalmente in Rodez, dipartimento delle Aveyron, da parecchi esuli italiani.

Così visse Lorenzo Salvani dal 1832 fino al '47, sempre accanto a sua madre, e non vedendo suo padre se non rarissime volte, allorquando l'esule interrompeva i suoi sconsolati viaggi per venire a salutar di soppiatto la moglie e fuggirsene da capo innanzi che la polizia avesse sentore della sua presenza: mesti ritorni e meste dipartite, che poi risplendevano come altrettanti fari luminosi sul mare tenebroso della sua vita raminga.

Gli rimaneva a subire la dolorosa prova della gogna. La mattina del 23 gennaio 1832, in via del Palagio il sotto-boia, personaggio allora notissimo in Firenze, era occupato con un suo ragazzo a rizzare intorno al muricciuolo, che era a destra della porta del Palazzo Pretorio, che rispondeva in Via del Palagio, un cancelletto di legno.

L'atto addizionale dei cento giorni aveva promesso, che una legge avrebbe corretto l'articolo 75 della costituzione consolare, secondo il quale ogni accusa giudiziaria a un funzionario amministrativo non aveva corso se non dietro decisione del consiglio di stato. La legge non era apparsa, e i dottrinari, fino a quando si tenevano all'opposizione, badavano, secondando l'iniziativa del loro maestro Beniamino Constant, a richiamare continuamente i Borboni alla promessa napoleonica. Il funzionario rimane imperseguibile dai tribunali civili, e l'anno 1832 porta ai governati soltanto una nuova garanzia: le sedute del consiglio di stato, quando funge da tribunale amministrativo, sono pubbliche. Parimente caddero sterili i tentativi di acquistare ai governati il diritto di autarchia in talune branche specifiche dell'amministrazione. Una serie di leggi lodevoli dal 1831 al 1838 stabilisce, che i conseils dei dipartimenti, dei circondari e dei comuni siano eletti in avvenire dai contribuenti più alti, e non più nominati dal re; ma la sfera di attivit

Nella prima settimana del gennaio 1832, pochi giorni dopo il colloquio fra il birro e l'avvocato, la I. e R. Consulta rigettava unanime la domanda di revisione del processo di Nello. Egli dunque doveva partire per il luogo di pena a lui destinato.