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che in dialetto diventano: «venga al suo ritorno la tremarella al sole». Il passo di Dante, in cui Paolo e Francesca narrano che leggevano la storia di Lancillotto e di Ginevra, fu tradotto «noi leggevamo un giorno la bella storia di Chiarina e di Tamante» che è una canzone côrsa, diffusa per tutta Italia, e che si vende, stampata su foglio volante, su tutti i muriccioli. «Che cosa direbbero mai Dante e Silvio Pellico, domandai a un mio vicino, se potessero vedere la loro favola ridotta a questo modo, su queste scene?». Il vicino mi fissò meravigliato e quando parve avesse capito il mio pensiero: «Eh, rispose, si vuol ridere!» E invero, ho vedute poche cose più ridicole della scena, in cui Lanciotto uccide Paolo e Francesca; nella quale mentre sono entrambi gi

Qualcuno più furbo di lui, ma con la stessa tremarella, mentre gli altri si perderono in chiacchiere, facendo lo zoppo od il monco, entrò in qualche vagone, gabbando le guardie e anticipando il momento di scappar di mano a quei Prussiani che l'esaltata immaginazione facea vedere a pochi passi. La locomotiva d

Nell'anno 1832 (il Camerini afferma nel 1831) troviamo l'Azeglio stabilito in propria casa con la figlia primogenita di Alessandro Manzoni, la Giulia, che ebbe per padrino il Fauriel, divenuta sua moglie, intento a dipinger quadri e a limare il Fieramosca. "Le lettere (egli scrive ne' Miei Ricordi) erano rappresentate in Milano da Alessandro Manzoni, Tommaso Grossi, Torti, Pompeo Litta, ec. Vivevano fresche memorie dell'epoca del Monti, Parini, Foscolo, Porta, Pellico, di Verri, di Beccaria; e per quanto gli eruditi od i letterati viventi menassero quella vita da , trincerata in casa ed un po' selvaggia, di chi non ama d'esser seccato, pure a volerli, e con un po' di saper fare, c'erano, e si poteano vedere, Io mi trovavo portato in mezzo a loro come genero di Alessandro Manzoni; conoscevo tutti, ma mi ero specialmente dimesticato con Tommaso Grossi, col quale ebbi stretta ed inalterata amicizia sino alla sua pur troppo precoce morte. A lui ed a Manzoni specialmente, desideravo di mostrare il mio scritto e chiedere consigli, ma di nuovo mi era presa la tremarella, non più pittorica, ma letteraria. Pure bisognava risolversi, e mi risolsi; svelai il mio segreto, implorando pazienza, consiglio e non indulgenza. Volevo la verit

"No, davvero!" gridò il Sorcio che avea la tremarella sino alla punta della coda. "Come se io volessi parlare dei gatti! La nostra famiglia odiò sempre i gatti; bestiaccie schifose, volgari e basse! Non mi faccia sentir più il nome loro!"

Dal canto suo Leonardo, ogni volta che vedeva da lontano Gasparo Rialdi con la sua aria marziale e la sua spada al fianco, sentiva la tremarella alle gambe, e tornava a palazzo strepitando che bisognava riparare ai proprii torti senza perder altro tempo.

Ci penseremo noi a fargli passare la tremarella con un paio di bicchieri di vecchia rabbiosa dissero i compagni. E soprattutto raccomandò Bortolo adagio se vuoi arrivare a tempo. E bacia la medaglia della Madonna aggiunse Regina, che non sapeva più dove avesse il cuore.

Ma poi, appena ebbe scritta e affidata la lettera all'ortolano per la consegna, ebbe paura di aver arrischiato troppo, di non aver riflesso abbastanza; e però, aspettando gli effetti della lettera, più che per il timore di dover finir prete, stava colla tremarella per il brutto temporale che lo minacciava.