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Ti aspettavo per telegrafare; completa tu i particolari che mi ha dato Caruso; è bene che di questa elezione si parli in provincia: l'idea del principe della Marsiliana è splendida. Io conto di fare nel Fieramosca un capo cronaca dell'avvenimento di stasera, diceva il Peronelli, fumando lentamente la sigaretta e sorbendo il cognac a centellini. Hai visto, Rosati, se c'erano giornalisti alla cena?

Mio caro Peronelli, disse Caruso, appena rimase solo col redattore del Fieramosca, a te voglio fare una confidenza. Tu sei di opinioni liberali ed è bene tu sappia la verit

Nell'anno 1832 (il Camerini afferma nel 1831) troviamo l'Azeglio stabilito in propria casa con la figlia primogenita di Alessandro Manzoni, la Giulia, che ebbe per padrino il Fauriel, divenuta sua moglie, intento a dipinger quadri e a limare il Fieramosca. "Le lettere (egli scrive ne' Miei Ricordi) erano rappresentate in Milano da Alessandro Manzoni, Tommaso Grossi, Torti, Pompeo Litta, ec. Vivevano fresche memorie dell'epoca del Monti, Parini, Foscolo, Porta, Pellico, di Verri, di Beccaria; e per quanto gli eruditi od i letterati viventi menassero quella vita da , trincerata in casa ed un po' selvaggia, di chi non ama d'esser seccato, pure a volerli, e con un po' di saper fare, c'erano, e si poteano vedere, Io mi trovavo portato in mezzo a loro come genero di Alessandro Manzoni; conoscevo tutti, ma mi ero specialmente dimesticato con Tommaso Grossi, col quale ebbi stretta ed inalterata amicizia sino alla sua pur troppo precoce morte. A lui ed a Manzoni specialmente, desideravo di mostrare il mio scritto e chiedere consigli, ma di nuovo mi era presa la tremarella, non più pittorica, ma letteraria. Pure bisognava risolversi, e mi risolsi; svelai il mio segreto, implorando pazienza, consiglio e non indulgenza. Volevo la verit

Fabio capì che non era atteso, desiderato e il sorriso gli morì sulle labbra, ma dominando la pena che gli cagionava quella accoglienza, tolse da un fascio di giornali il Fieramosca, e pose sotto gli occhi del principe l'articoletto sulla cena della sera precedente.

Questa asserzione che io non sia capace di svolgere l'idea della stazione in Trastevere, è una asserzione stupida, un mezzo per gettare la sfiducia fra i miei elettori; ma glielo farò veder io se sono capace; glielo farò vedere a questo stupido scribacchino del Fieramosca, continuava don Pio, cercando in altri giornali se si parlava della sua candidatura.

Capisco, disse il principe, e mi duole di averlo disturbato, ma se non lo avessi fatto col mio biglietto di ieri sera, avrei dovuto farlo stamani. Ha veduto gli attacchi del Fieramosca? , rispose il Caruso, ma lei deve rallegrarsene. Se il suo nome non intimorisse gli avversari, se non credessero la sua una candidatura seria, non la combatterebbero.

Fabio non seppe allora reprimere un moto di dispetto e stava per uscire senza accostarsi a nessuno, quando il Peronelli, redattore del Fieramosca, e il Sorani, corrispondente della Gazzetta Milanese, due giornalisti con i quali stava di consueto, gli fecero cenno di rimanere. Dunque è andato tutto bene? domandava il Sorani a Fabio.