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In questa condizione umiliante si trovavano quel giorno il conte Luca e la contessa Zanze Rialdi, cugini dei padroni, relegati insieme con la loro figliuola Fortunata a una finestra di fianco che dava sul rio e dalla quale il Canal Grande si vedeva solo in iscorcio. la finestra era esclusivamente per i Rialdi, chè anzi essi dovevano dividerla con Don Luigi, precettore del contino Leonardo, e con un'altra signora soprannominata la contessa Ficcanaso per la rara abilit

Il 22 marzo aveva mutato di nuovo le relazioni reciproche dei coniugi Rialdi che sembravano destinati a essere, l'uno verso l'altro, nella condizione di due che si trovano sull'altalena. Adesso la contessa Zanze era tornata in alto; il conte Luca era ricaduto al basso.

Misericordia! Sta a vedere che Rialdi si sognava di provocare un duello? Era matto? Eh Leonardo Bollati non si batteva! S'eran battuti abbastanza i suoi vecchi! La spada egli sapeva appena come s'impugnasse, e infatti non si ricordava d'aver mai toccata quella del nonno, comandante di galera, che il conte Zaccaria aveva regalato al Museo Correr insieme con altre anticaglie.

Ecco il permesso firmato, Rialdi.... In fede mia, a un altro avrei risposto di no.... Dunque siamo intesi.... A Venezia direttamente.... Venezia per la via di Trieste.... La vostra parola d'onore. Gliel'ho data, tornò a dire Gasparo ringraziando e inchinandosi. E quella notte medesima egli viaggiava col vapore del Lloyd per Trieste.

Nulla affatto.... Mostra dieci anni di più di quelli che ha. Dev'essere giovanissima. Oh .... Ventuno, ventidue anni al massimo.... Ebbene se gliene darebbero trenta.... Il curioso si è che oggi i Rialdi sono in migliori condizioni dei Bollati. Non c'è dubbio.... Tanto più se, come dicono, il conte Luca sta per diventar consigliere d'appello. Consigliere d'appello! Con quei meriti!

Probabilmente non c'era in tutto ciò nulla di serio, tanto più che per la scelta della sposa, se una sposa ci doveva esser davvero, sior Bortolo avrebbe voluto indubbiamente aver voce in capitolo. A ogni modo, mentre le cose stavano in questi termini arrivò a Venezia Gasparo Rialdi.

Il comandante, austriaco fino al midollo dell'ossa, ma buono di cuore e amoroso dei suoi dipendenti, fu fieramente turbato da quella richiesta, e cercando di leggere nella fisonomia stravolta dell'ufficiale: Che avete, Rialdi? gli disse. Non vi si riconosce più. L'altro si schermì dal rispondere e insistette sulla necessit

C'erano due partiti. Gli uni tenevano per Tita Oliva, gli altri, meno numerosi, per quel Nane Sandretti detto Bisatto ch'entrava in regata per la prima volta. Tita, come sappiamo, era il gondoliere di casa Bollati, e quando lo si nominava, tutti gli occhi si alzavano verso la finestra a cui era affacciata la ragazza Rialdi.

Forse questo fatto memorabile ebbe una certa influenza nella risoluzione dei Rialdi di mettere il figliuolo nel collegio di marina a Sant'Anna di Castello. Così la contessa Zanze poteva catechizzar Fortunata senza contraddizione. Sii rispettosa, servizievole coi parenti Bollati, e procura di farti voler bene dal cugino Leonardo.

Questa certezza che, nella peggiore ipotesi, nessuno sarebbe riuscito a condurlo sul terreno, rimetteva un po' di fiato in corpo al nostro contino, ma non più di quello che era necessario per permettergli di manifestare con parole sconnesse la propria codardia. Il cugino era troppo focoso, lo aveva frainteso... Egli non aveva mai avuto l'idea di offenderlo... Ne aveva anzi una grandissima stima... ben meritata... come per tutta la famiglia Rialdi... Del resto, riconosceva i suoi torti... Avrebbe voluto morire piuttosto che nuocere a Fortunata... Ma adesso che poteva fare?... Gi