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Ebbene, come volete: ecco qui l'acqua che sta per bollire; fateci il caffè: la scatola del macinato è qui sulla tavola. Lo porterete caldo caldo al mi' uomo... Ed io frattanto correrò a vedere la signora. Spero che il malessere di Matteo non sia nulla: disse Anna mentre la Teresa gi

Strano vocío dagli ùteri Uscia: «noi siam poeti.... Noi siam dell'arte i genii... Largo agli illustri feti! Le eccelse vie si sgombrino Alla divina prole! Notte voi siete e báratro, Noi vi rechiamo il sole» Iddio vi assista! e plausi, E gloria al mondo avrete; Ma prima, questa grazia Fateci almen: nascete! Desiderasti mai la donna d'altri? È un orribil peccato Diceva al penitente un buon curato.

A lui per fermo non avrebbe potuto andare lo scherno di Guglielmo borsiere, del quale racconta il Boccaccio, che essendo a Genova in casa di Erminio Grimaldo, universalmente chiamato messere Erminio Avarizia, e avendone avuta la preghiera ch’ei volesse insegnargli com’ei potesse far dipingere in sala alcuna cosa non prima veduta, prontamente rispose: Fateci dipingere la Cortesia.

Ottimo Michele! Ma consolatevi; tutti questi malanni debbono finire. Il signor Lorenzo, sebbene non paia, è nato vestito. Dov'è l'uomo che non ci abbia avute mai le sue burrasche? Il sereno presto o tardi ritorna; fateci assegnamento. E poi, se non vi dispiace, a queste necessit

"Presto, fateci un racconto delle vostre avventure," disse il Grifone. "Ve ne potrei raccontare cominciando da stamane," disse Alice assai timidamente; "ma è inutile raccontarvi quelle di ieri, perchè ieri io era tutt'altra persona." "Oh! spiegateci ciò," disse la Falsa-Testuggine. "No, no! prima le avventure," sclamò il Grifone, impaziente: "le spiegazioni sono lungaggini nojose."

Dorotea scosse la testa. Emilia l'osservava, e sentivasi penetrata da vivo interesse. «Se ciò non vi affliggedisse Bianca, «fateci la grazia di raccontare qualcosa della marchesa. Signorarispose Dorotea, «se voi ne sapeste quanto me, le trovereste troppo penose, e ve ne pentireste.

Se lo conosco! Siamo anzi amicissimi. Ah, bene! Dovreste presentarmelo. Io, marchesa? , voi; se è vostro amico, anzi amicissimo, come dite... Certo; ma qui, su due piedi... Stiamo a vedere che vorreste presentarmelo su quattro! Da bravo, cavaliere; fateci questo servizio e contate sulla nostra gratitudine.

Montoni tacque, ed i suoi ospiti, guardandosi reciprocamente, si chiesero chi avesse parlato, e s'avvidero che tutti si facevano la stessa domanda. «Siamo ascoltatidisse Montoni; «ne parleremo un'altra volta: beviamo.» I convitati guardarono per tutta la sala. «Siamo solidisse Verrezzi, «fateci la grazia di continuare. Non udiste qualcosasclamò Montoni. Parmi di rispose Bertolini.