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S’io son d’udir le tue parole degno, dimmi se vien d’inferno, e di qual chiostra». «Per tutt’ i cerchi del dolente regno», rispuose lui, «son io di qua venuto; virtù del ciel mi mosse, e con lei vegno. Non per far, ma per non fare ho perduto a veder l’alto Sol che tu disiri e che fu tardi per me conosciuto.

Le gambe gli facevano giacomo giacomo; gli zufolavano le orecchie; la lingua gli s'impacciava nella chiostra dei denti.

S'io son d'udir le tue parole degno, dimmi se vien d'inferno, e di qual chiostra>>. <<Per tutt'i cerchi del dolente regno>>, rispuose lui, <<son io di qua venuto; virtu` del ciel mi mosse, e con lei vegno. Non per far, ma per non fare ho perduto a veder l'alto Sol che tu disiri e che fu tardi per me conosciuto.

Freme dei Genii ancor l'ultimo accordo e le rose dei prati apron li stoma: nuovi fior, nuovi canti e nuovi aroma! Buona notte, Signor, l'aerea chiostra si spalanca alla luce ed al dolore...

Dal mondo, per seguirla, giovinetta fuggi’mi, e nel suo abito mi chiusi e promisi la via de la sua setta. Uomini poi, a mal più ch’a bene usi, fuor mi rapiron de la dolce chiostra: Iddio si sa qual poi mia vita fusi. E quest’ altro splendor che ti si mostra da la mia destra parte e che s’accende di tutto il lume de la spera nostra,

È strano! saettò il gesuita, facendo sibilar le parole dai denti chiusi e dalla chiostra delle dita, che andavano tormentando irrequiete il campo raso del labbro superiore. Lilla chinò gli occhi sul pavimento e non disse verbo.

Quando noi fummo sor l'ultima chiostra di Malebolge, si` che i suoi conversi potean parere a la veduta nostra, lamenti saettaron me diversi, che di pieta` ferrati avean li strali; ond'io li orecchi con le man copersi. Qual dolor fora, se de li spedali, di Valdichiana tra 'l luglio e 'l settembre e di Maremma e di Sardigna i mali

S'io son d'udir le tue parole degno, dimmi se vien d'inferno, e di qual chiostra>>. <<Per tutt'i cerchi del dolente regno>>, rispuose lui, <<son io di qua venuto; virtu` del ciel mi mosse, e con lei vegno. Non per far, ma per non fare ho perduto a veder l'alto Sol che tu disiri e che fu tardi per me conosciuto.

Quando noi fummo sor l’ultima chiostra di Malebolge, che i suoi conversi potean parere a la veduta nostra, lamenti saettaron me diversi, che di piet

Dal mondo, per seguirla, giovinetta fuggi'mi, e nel suo abito mi chiusi e promisi la via de la sua setta. Uomini poi, a mal piu` ch'a bene usi, fuor mi rapiron de la dolce chiostra: Iddio si sa qual poi mia vita fusi. E quest'altro splendor che ti si mostra da la mia destra parte e che s'accende di tutto il lume de la spera nostra,