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Dopochè nel VI secolo un santo siriaco, Isacco, ebbe fondato lassù un eremitaggio, vi sorse nel X secolo il chiostro di S. Giuliano ed una serie di eremitaggi. Di questi ne restano ancora alcuni, ma gli eremiti son da lungo tempo scomparsi. Di parecchie delle loro cappelle i cittadini di Spoleto si sono fatte delle graziose villette. Una passeggiata nei boschi di quercie del monte è un vero godimento, l'erba balsamica esala il suo aroma, le brezze agitano le millennarie cime delle quercie: appena si ode di tanto in tanto un suono, un fremito di campana: vi regna un silenzio divino. Di lassù si può rintracciare, nella sottostante campagna, la striscia bianca della via Flaminia, che sale fino alle porte della citt

Candia prendeva dalle canestre i mantili, le tovaglie, le salviette; faceva esaminare alla signora la tela intatta; e porgeva via via ciascun capo a Maria che riempiva i tiratoi, mentre la signora spargeva nelli interstizi un aroma e segnava nel libro la cifra.

Ecco, il Sole si desta Ad altra e nova e più gioconda guerra: E te volendo aver de la sua festa, Ne le guance di rosa Che gli nascondi invano, Di giovinezza il primo fior saluta; dalla abitazione del Califfo: Laggiù tra verdi fronde Carche d'esperie poma Un candido s'asconde, A la frescura in sen E al vaporante aroma, Paradiso terren.

L’aspetto non era brutto; la sostanza cedeva al tatto, come un composto di foglie secche; l’odore era buono, ma di un aroma sconosciuto.

Muto io ristetti, come a 'l limitare d'un tempio; ma il disío tutto s'immerse, stridendo, in quel misterioso aroma. Entra l'albore gelido, pe' i vetri, ne l'ombra di quel letto ov'ella dorme stanca di volutt

Il Bersi, che cominciava a veder confuso, si lasciò trascinare nel vano d'una finestra dal sor Paoleto che, tenendo il calice del punch frappé fra le dita, gli spiegò minutamente come si debba trattare lo stoccafisso salato, se gli si vuol conservare il suo aroma di mare; niente burro, ma olio, olio purissimo, con qualche soluzionetta di acciuga.

Ma gli steli, le frondi, i rivoli, ripetevano con ondulazioni e oscillii magici le divine melodie di Schubert; e gli accordi di Schumann esalavano un aroma d'ebbrezza. Il turbine Beethoven investiva talora la selva, e tutta la selva si piegava come un arbusto, e si torceva sotto l'impeto dei canti immortali.

Ora nel dolce aprile un aroma di mammole t’accoglie. Ma forse sogni. Oh, non destarti, o squallido cuore infermo!... A capriccio, piove e spiove: sotto le rade lacrime non move pure una foglia, e il cielo è tutto pallido. E le gemme sui bronchi sono bionde d’infanzia; e i peschi e i mandorli ed i meli, entro le aeree nuvole dei veli caduchi, attendon l’ora delle fronde.

Madre, una notte di Natale io penso con neve in terra e fulgor d’astri in cielo, e dentro il gemmeo fluttuante velo un aroma nostalgico d’incenso. Tu sfioreresti il suol col passo alato de’ tuoi tempi più belli

Freme dei Genii ancor l'ultimo accordo e le rose dei prati apron li stoma: nuovi fior, nuovi canti e nuovi aroma! Buona notte, Signor, l'aerea chiostra si spalanca alla luce ed al dolore...