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«Cara e sempre amata CeciliaL'ho detto! esclamò Tonino. «Vi sono lontano, Cecilia, eppure vi sono vicinoOh! questo, per esempio, è un modo di esprimersi curiosissimo; sentenziò Tonino guardando in volto la Rigotti, i cui capelli mossi dal vento scorrevano su i capelli del ragazzino. Sentiamo pure! No, basta: fece Cecilia togliendogli di mano la lettera, piegandola, ponendola in tasca.

Legga, signorina Rigotti, disse Tonino che non sapea comprendere il perchè di quella lentezza, di quel pallore diffuso sul viso sofferente della giovane donna. Le lettere o non si accettano o si leggono tosto. Il cuore mi dice che dentro questa lettera vi è un soffio capace di rovesciare il disegno del monastero. Perchè dite così?

La mano della Rigotti prese tutt'insieme la lettera e le dita di Tonino Grim *, poi le sue sopracciglia si contrassero vivamente. Che cosa vuol costui? mormorò Cecilia guardando la lettera e appoggiando la testa contro la parete. La Rigotti aveva sete di emozioni; intravedeva il profilo dell'amore fin nel limpido, puro specchio dell'anima d'un adolescente.

E rideva, schiacciando coi denti bianchi come la neve i semi di zucca che la serva aveva messi ad asciugare sul parapetto della finestra. Di grazia, le signore Rigotti abitano ancora qui sopra? A tale domanda che veniva fatta da una persona entrata allora dal cancello del giardino, Tonino Grim * si sporse fuori fino alla cintura. , signore, abitano sempre al secondo piano.

Tonino dunque spiccò un salto quando suo padre leggermente commosso, comicamente grave, stabilì che nel primo giorno di giugno Paolina sarebbe la signora Zaeli. Padre e figlio si baciarono teneramente.

Appena vide giungere a casa la vedova Rigotti, la chiamò dalla finestra, e le narrò della visita del maestro Polli. Ah! il degno amico si è ricordato di noi! Tonino riportò fedelmente, con parecchi squarci d'aggiunta, l'ambasciata del maestro di scuola, e la signora sorrideva con mestizia e dava segni di consolazione.

Ebbene, esclamò Tonino Grim * ai piedi della scala, tenendo irriverentemente il cappellino di paglia molto abbassato su gli occhi, trafelato dal caldo, guardando sua sorella che scendeva oncia a oncia. Ti alzi adesso? hai la ciera d'un passerotto tolto dal nido. Vorrei sapere, Tonino, che cosa vieni a fare da me a quest'ora? Vengo a far colazione e più tardi a pranzare.

Ora a che disputare?... tu hai detto bene, continuò sorridendo ironicamente, camminando su e giù per la camera; tutto è finito! , tutto è finito! Ci abitueremo alla vita dell'indifferenza!... nessuna fiducia, un contegno da estranei, il dispetto e poi la noia, e poi... La voce di Tonino urlò disotto alla finestra: Il pranzo è pronto, signori. , tanto meglio; andiamo a pranzare.

Tonino Grim *, richiuso l'uscio, riprese posto vicino alla finestra, recitando briosamente: Oh viole gialle... La sposa ha sessant'anni sulle spalle! Fior senza nome... La sposa ha della cipria su le chiome!

Alle cinque e pochi minuti, Paolina stando a guardare dalla finestra socchiusa, vide spuntare dal largo viale dei giardini pubblici suo marito, Tonino Grim * e la signorina Rigotti, la cui testa rimaneva nascosta dall'ombrellino di seta nera. Paolina congiunse le mani con immensa consolazione. Erano in tre! Zaeli era un gentiluomo nel più ampio significato della parola.