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Il vecchio carbonaro accompagnava al sepolcro i due figli morti alla distanza di pochi giorni, e li faceva collocare uno presso dell’altro, piangendo di dolore, fremendo di sdegno, e invocando dal cielo la pace ai defunti, il castigo di Dio sui despoti della terra; e la libert

Intanto che promoveasi la costruzione di legni nell’Arsenale di Palermo⁹, si deliberava quella di otto grandi strade rotabili per oltre 700 chilometri , ma il voto dovea attender dell’altro il suo compimento. ⁹ A. Sansone, Storia del R. Istituto Nautico, p. 2. Palermo, 1892.

Rimandati i pusillanimi, il bravo Vincenzo Yanez fece armar subito il suo palischermo, ed egli stesso a gran forza di remi andò verso la Santa Maria. Umiliati, gli uomini dell’altro palischermo lo seguirono col

I cardinali si eran divisi in due partiti. A capo dell’uno, Matteo Rosso Orsini, e Francesco Gaetani nipote di Bonifazio VIII; che stavano, come andavan dicendo, per la onorevol memoria di questo, e volevano un papa italiano: a capo dell’altro, il cardinale Napoleone Orsini e il cardinal Niccolò da Prato, non felice paciero in Toscana, ambedue partigiani francesi.

Ma la giovane donna subiva gli effetti dell’ambiente malinconico, tutte quelle promesse le parevano vane, cose dell’altro mondo; oramai tutto le sembrava finito, si vedeva sepolta viva chi sa per quanto tempo, forse non avrebbe mai più veduta la sua Venezia, e a questo pensiero una lagrima le sgorgava dal ciglio, e si affrettava a nasconderla per non essere obbligata a render conto a nessuno de’ suoi pensieri, e della sua profonda tristezza.

Che sembro? Mortella. Quel che confessi ora? Costanza. Che confesso? Mortella. Ah, è orribile. Bandino solleva la portiera, e il padrigno entra nella stanza con lui. Per un istante, si trovano l’uno a fianco dell’altro. Costanza si volge come a un’apparizione che la impietri. Non parla più, sembra che non respiri più. La figlia abbassa la voce. Guardali. Gherardo Ismera.

V’era poi una ragione considerevole per la oculatezza da mettersi nella scelta: il paragone con i quaresimalisti di altre chiese, nelle quali usava ammirare veri campioni della sacra eloquenza. Il pubblico accorreva alle due chiese come a due teatri: e voleva giudicare de auditu e de visu dell’uno e dell’altro.

Descrivendo la pericolosa corsa dei pescatori, Houel, che la vide, raccontava: «Ciò che fissa di più gli sguardi del forestiere è la coppia sacra dei Santi Cosimo e Damiano, entrambi al naturale, entrambi dorati da capo a piedi, l’uno a lato dell’altro... Sono piantati su di una specie di barella a quattro aste in croce, sotto ciascuna delle quali stanno otto persone. Se non che, i trentadue uomini non portano le due statue d’un passo grave e maestoso, ma corrono a tutta lena gettando grida spaventevoli. Una grossa e lunga fune legata alla macchina, è tenuta da quante persone possono, poichè con la prestezza che corrono, se per poco si urtassero, la macchina rovescerebbero. Giunti in mezzo al Cassaro, con una celerit

Poco tempo dopo arrivava dalla Francia una cassa pieni di arredi da donna con una lettera di Gervasio, nella quale egli si congratulava col fratello per il prossimo matrimonio, e gli faceva mille scuse se osava spedirgli il corredo della sua povera defunta, ancora nuovo, per l’immatura sua morte. «Non saprei farne un uso migliore, egli scriveva, la tua sposa non se ne offenda se la tratto fino da questo momento come sorella; fra fratelli che si amano quello che è dell’uno è anche dell’altro.

Dopo lunghe esitazioni, e persistenti ripugnanze, finalmente si lasciò persuadere, e consentì di sposare Andrea, ma sempre piangendo, e ad una condizione soltanto, cioè che il suo matrimonio si farebbe prima dell’altro, e che per tutto quel tempo che Silvio e Metilde resterebbero alla villa, essa sarebbe assente dal paese.