United States or Christmas Island ? Vote for the TOP Country of the Week !


Una sedia coperta di paglia stava al posto del tavolo da notte, coll'inevitabile bicchier d'acqua e il mazzo dei zolfanelli; in faccia al letto, sotto la finestra, un tavolino quadrato con una gamba più corta delle altre, pareva un ballerino nell'atto di spiccare la pirouette; una fila di quadretti coprivano in simmetria le pareti bianchissime: sotto i vetri punzecchiati dalle lentiggini delle mosche, riconobbi il Crisostomo, San Filippo abate, San Luigi Gonzaga, litografie colorate con toni azzurri e rossi crudi e duri come gli scheletri che si trovano nelle sabbie dei tropici brava gente che certo faceva le meraviglie di veder quel letto vestito a nuovo e me beatamente distesovi sopra.

Quando la pancia fu sazia, egli si guardò intorno con quegli occhi sporgenti e cerulei, poscia abbassando la voce domandò: Chi c'è stato? C'è stato Domenico rispose la moglie. Vi cercava. Ha bisogno di parlarvi. Lo so disse Paolino. Ed accese la pipa fregando i zolfanelli su la coscia destra. Va benissimo. Siamo d'accordo. Se torna, lo avvertirai in mio nome che tutto è all'ordine.

Egli non aveva leggi scritte: un mazzo di zolfanelli senza petrolio, come vedremo presto aveva fatto ragione d'ogni parto di certi famosi legislatori che hanno fatto del mondo una Babele.

Chiuse tutto tremante, cercò gli zolfanelli, accese il lume, e presolo con una mano, e messa l'altra davanti la fiamma, andò in punta di piedi verso la camera delle persone di servizio. Gnora Santa, chiamò picchiando all'uscio, gnora Santa. Chi è, rispose una voce chioccia e squarrata. Io, il canonico: vestitevi presto. Che cosa è stato? Vestitevi.

Giunto al portone di San Francesco, posai il mio fascio, preparai pronto ad accenderlo un mazzo di zolfanelli, calcai le frasche contro il portone e gettai lo sguardo alle due estremit

Voltai la testa verso le stanze per sfuggire a quell'aria appestata. Il lamento che avevo udito prima mi ripercosse l'udito e quasi calmò il mio sussulto. Pensai alle compagne e ad alcuni zolfanelli che tenevo in tasca ma che avevo scordato nell'esaltazione della mia mente.

Oh! che uomo! ..... Omo! E continuava la signora, il piccolo Ignazio, l'abatino che pranzò ieri con voi, è figlio spurio del sindaco e questo non ve lo ha detto, e sua madre era la sorella di Mansueta.... e il signor de Emma.... Zitta! sclamò Ermenegilda, additando l'impennata della farmacia. Bazzetta riapparve. Ho dimenticato l'astuccio dei zolfanelli.

La fotografia sulla carta non era peranco inventata od almeno si ignorava: i ritratti al dagherrotipo su lamina di zinco preparato, costavano da dieci a venti franchi cadauno, ed offrivano una immagine sbiadita e molto spesso enigmatica. La grande invenzione degli zolfanelli fulminanti data dal 1834.

Quali sono gli altri abitatori attuali di questa casa? Un conciatore di pelli, un sarto che aggiusta e trasforma abiti frusti, un fruttajuolo ambulante, un beccamorti, un suonatore girovago, due o tre cialtroni oziosi, altrettante donne di vita problematica, e qualche vecchietta che fila o lavora di calze. A questa ciurmaglia appartengono dodici o quindici ragazzi d'ambo i sessi, creature mal nutrite, sucide, pezzenti, riottose, piene di audacia e di malizia. La maggior parte non vanno a scuola a bottega, ma birboneggiano il e la sera sulla Piazza Castello e nei dintorni. Uno di costoro, che ha appena nove anni, è il più tristo monello che si possa immaginare. Con una cassetta di zolfanelli sospesa al collo egli gira i caffè e le osterie, vendendo la sua mercanzia e domandando l'elemosina a chi gli pare di benevolo aspetto. Se l'occasione si presenta, egli trae leggermente un fazzoletto dalla tasca altrui. Non di rado si ferma con altri piccoli furfanti a trafficare il soldo al giuoco, e quasi sempre li spoglia dopo averli ingannati e battuti per giunta. Egli non rientra mai prima della mezzanotte, e guai a lui se non presenta a suo padre molti avanzi di sigari raccolti qua e l

Chiudete anche l'uscio... E quando sentì che tutto era sbarrato come una prigione, stese la mano all'astuccio dei zolfanelli, che stavano sul tavolino, e strofinando un cerino se lo tenne acceso davanti agli occhi come una candela, finchè non sentì la fiamma attaccargli la punta delle dita.