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Aggiornato: 22 giugno 2025


Noi andavam per lo vespero, attenti oltre quanto potean li occhi allungarsi contra i raggi serotini e lucenti. Ed ecco a poco a poco un fummo farsi verso di noi come la notte oscuro; da quello era loco da cansarsi. Questo ne tolse li occhi e l’aere puro. Purgatorio · Canto XVI Buio d’inferno e di notte privata d’ogne pianeto, sotto pover cielo, quant’ esser può di nuvol tenebrata,

Io non ho un tornese. Non si vorrebbe prestarmi questa somma sulla mia parola, sulle mie promesse. Vendendo quanto posseggo, non metto insieme dieci grana. I miei amici sono più miserabili di me... Bisogna dunque ch'io rubi? bisogna dunque ch'io uccida? Vi domando quella piccola somma a mutuo... Ascoltami, figliuolo: io non ho tempo da perdere. È mestieri che io vada in chiesa a cantar vespero.

Il Vespro è l'íncubo della mia splendida Musa, che veglia serena ed ilare; E a me gli esametri, nella notturna Ora, dall'urna Dorata, prodiga mescendo; il Vespero Ha, nella tremula penombra, il dubbio E, nella mistica melanconia Ha l'agonia!

e 'l mio conforto: <<Perche' pur diffidi?>>, a dir mi comincio` tutto rivolto; <<non credi tu me teco e ch'io ti guidi? Vespero e` gia` cola` dov'e` sepolto lo corpo dentro al quale io facea ombra: Napoli l'ha, e da Brandizio e` tolto. Ora, se innanzi a me nulla s'aombra, non ti maravigliar piu` che d'i cieli che l'uno a l'altro raggio non ingombra.

Noi andavam per lo vespero, attenti oltre quanto potean li occhi allungarsi contra i raggi serotini e lucenti. Ed ecco a poco a poco un fummo farsi verso di noi come la notte oscuro; ne' da quello era loco da cansarsi. Questo ne tolse li occhi e l'aere puro. Purgatorio: Canto XVI Buio d'inferno e di notte privata d'ogne pianeto, sotto pover cielo, quant'esser puo` di nuvol tenebrata,

Il sole tramontava dietro l'Apennino in mezzo ad un frastaglio d'oro, che pareva incendiarvi le vette, mentre i grandi alberi del giardino ondulando al primo vento del vespero rispondevano con susurro discreto al murmure del fiume vicino.

Ora a questi toccò la volta di entrare in battaglia, sebbene ormai volgesse il giorno a vespero: prima di uscire di porta San Pancrazio sostarono alquanto per riordinarsi: cotesto fu un duro quarto di ora, imperciocchè sfilasse davanti alla presenza loro la processione dei feriti trasportati all'ospedale; e pure il fiero spettacolo, che avrebbe sgagliardito i meglio animosi, non isbigottì i giovani i quali udirono il comando di accorrere alla mischia lieti così come li chiamassero a pigliar parte ai balli; appena usciti ecco accorrere loro il Garibaldi quasi volando; di un tratto fermato il cavallo egli s'inchina loro, e con quella sua voce, che vibra come metallo battuto, stupendo di tranquillit

Una progenie nuova da me sorgere a gloria? Or come posso io dunque aver prole, o Signore? La prima giovinezza ha trionfanti aurore: esce il da la notte come da una vittoria; ma la vecchiezza è tremula, quale ai venti alberello. Io son vedovo, solo, ne 'l vespero, su 'l monte; come un bove assetato piega all'acqua la fronte, io l'anima reclino, mio Dio, verso l'avello.

Sedetti e meditai lungamente, e ripensando al passato dimenticavo il presente, e gli oggetti che mi stavano sotto gli occhi mi facevano scomparire i lontani: la distanza offuscava la vista come la nebbia. In Valtellina mi pareva di veder Milano nascosto dietro i monti, i laghi, le campagne, lontano, lontano, nell'ombre semibuie del vespero.

Restava sola a bere tutta la mestizia disperata delle ore cògnite, a udir le campane che annunziavano da lungi il vespero, le campane degli armenti che tornavano alle stalle, le campane flebili che mormoravano a fior d'acqua sul lago.

Parola Del Giorno

branchetti

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