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Balbettò ancora poche sillabe sconnesse, reclinò la testa sulla spalla di Cosma, e si addormentò di un sonno profondo, che non dovevano romperlo neanche le cannonate con cui mezz’ora dopo la Nina salutava la partenza di Guacanagari dalla spiaggia.

E senza più amore, e senza più speranza, davanti all'oscuro avvenire! Reclinò la testa bionda sul braccio e ve la posò, e vi nascose la faccia. Ora tornava Milia, dalla ferrovia: si udiva il romore de' suoi zoccoletti, su per le scale. La porta di casa della Sponzilli s'aperse e sbattette con uno strepito breve. La Marangi non si mosse, non levò il capo.

Egli reclinò gli occhi dalla parte d'onde la voce proveniva. L

Il padre la strinse molto affettuosamente al petto e reclinò su di lei la faccia commossa: Vive: rispose egli con un sospiro che pareva rimpiangesse il fatto; è ferito, ma vive. È ferito? esclamò con profondo sgomento l'infelice. E il padre con amarezza: Una ferita leggiera... Partirò quest'oggi stesso per andarlo a vedere dove si trova.

Egli reclinò gli occhi, e rimase a lungo fissando le chiome un po' scomposte di Fulvia, quelle maravigliose chiome che avrebbero inondato il candore dell'origliere nuziale, obliose e notturne come le acque del Lete.

Il ponte ideato dal colonnello francese Bordone costrussero mani inglesi della legione. Compaginato con barche d'ineguale altezza, strette insieme da funi, presentava un piano ondulato, e le tavole, mal connesse e mal chiovate, vacillavano sotto le zampe dei cavalli e sotto il piede dei fanti. Largo quattro piedi, faceva mestieri tragittarlo a uno a uno; pareva che ogni onda scorrente dovesse trarne seco un brano; così forte esso crepitava e gemeva! e non istette guari che un paio di barche furono rapite. Il ponte reclinò il capo nel fiume, e tutta la scienza meccanica del nostro affaccendato Bordone non valse a risollevarnelo. Quel magro, lungo e paralitico ponte provocò l'ilarit

Ella non rispose parola; era vinta. Reclinò la sua bruna testa sul petto di lui, nascondendogli così il suo rossore, e facendogli palese il suo smarrimento. Giacomo seguitava a parlare. Quel che dicesse, neppur egli sapeva. la fanciulla, venuta in quella confusione, potea più meditare le parole di lui.

Sperava che ella gli avrebbe in soave atto di carezza posato una mano sul capo reclinato, dicendogli: «Povero bellocome talvolta aveva fatto negli anni scorsi... Ma quando egli reclinò il capo, ella seguitò distrattamente a stropicciarsi le unghie d'una mano sul palmo dell'altra, e a guardar fuori dalla finestra.

Poi abbassando la voce: Ed ama Loreta, figlio mio, aggiunse la signora Sant'Angelo, amala; essa è buona, ha sofferto, ha pagato coi dolori ogni suo errore; amala: non è indegna di te. Dopo quelle parole reclinò il capo stanco, ricadendo in uno stato di dormiveglia placidissimo, interrotto da qualche lieve scotimento nervoso.

Lasciarti... in mano di... O Dio pietoso!... Lo raccomando... Preghi... Un ultimo sguardo supplicante rivolse alla monaca; le labbra cessarono di baciare e di parlare; una lieve contrazione corse per tutto il corpo della poveretta e con un sospiro il capo si reclinò sulla spalla. La monaca porse il bambino alla balia. Prendete, portatelo di l