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Non degli enormi cravattoni allarmavasi il Governo, non dei ricci a foglie di lattuga delle camicie, non dei ninnoli pendenti sulla sottoveste; ma di certi peli che i giovani si lasciavano crescere sul viso, abitualmente raso, di pochi capelli non incipriati sulla fronte, e di non so che gambali di calzoni tendenti ad allungarsi dalle ginocchia ai piedi: minacce, codeste, che facevano pensare ai pericoli che poteva correre il Regno.

E prima che del tutto non si udisse per allungarsi, un'altra 'I' sono Oreste' passo` gridando, e anco non s'affisse. <<Oh!>>, diss'io, <<padre, che voci son queste?>>. E com'io domandai, ecco la terza dicendo: 'Amate da cui male aveste'. E 'l buon maestro: <<Questo cinghio sferza la colpa de la invidia, e pero` sono tratte d'amor le corde de la ferza.

Giudicate dunque della mia sorpresa, quando una sera, la decima forse o la dodicesima dal nostro arrivo, come fui seco nella sua stanza, invece di allungarsi sul solito canapè, la vidi passeggiare, tenere una dopo l’altra tutte le sedie, tentare diverse letture e smetterle d’un colpo, avvicinarsi alla finestra e rimanervi gran tempo immobile, come per rinfrescarsi ai vetri la fronte. Io la guardavo stupito, e lasciavo di sonare per seguitarne gli atti ed i moti, ed essa, così sollecita le altre sere a farmi riprendere, se mai l’interrompevo, il filo delle note, o non avvertiva il mio silenzio, o mostrava di non curarlo. Che pena mi dava la sua irrequietezza! Un dolore sordo s’impadroniva delle ultime e più recondite facolt

Per un momento si ricordò la prima volta che delirante, ferita, era discesa a precipizio le scale della signora Cesarina vagando per le vie insino a quella chiesa silenziosa. La sua vita si era spezzata quel giorno senza che ella avesse potuto piangere; ma adesso il suo ultimo desiderio era di allungarsi nel letto per chiudere gli occhi.

La prima voce che passò volando ‘Vinum non habent’ altamente disse, e dietro a noi l’andò reïterando. E prima che del tutto non si udisse per allungarsi, un’altra ‘I’ sono Oreste’ passò gridando, e anco non s’affisse. «Oh!», diss’ io, «padre, che voci son queste?». E com’ io domandai, ecco la terza dicendo: ‘Amate da cui male aveste’.

Noi andavam per lo vespero, attenti oltre quanto potean li occhi allungarsi contra i raggi serotini e lucenti. Ed ecco a poco a poco un fummo farsi verso di noi come la notte oscuro; ne' da quello era loco da cansarsi. Questo ne tolse li occhi e l'aere puro. Purgatorio: Canto XVI Buio d'inferno e di notte privata d'ogne pianeto, sotto pover cielo, quant'esser puo` di nuvol tenebrata,

mai teneva il volto levato quando si trovava al cospetto di altro uomo; solo di tanto in tanto alla sfuggita lo guardava per traverso; e di subito, quasi timoroso che i suoi piccoli occhi grigi non disvelassero i pensieri della sua mente, gli riabbassava. I labbri strettamente chiusi avrebbero detto a chiunque si fosse alcun poco dilettato a considerare le umane sembianze, lui essere uomo tremante che non gli sfuggisse suo malgrado tal parola che potesse condurlo direttamente al capestro. Vero è però che una passione, che egli non sapeva frenare, glieli costringeva talvolta ad allungarsi verso lo orecchie, e le guance a piegarsi in molte minutissime rughe; allora egli sembrava sorridere. Che tutti i Santi del cielo ci salvino da cotesto sorriso! Parlava tardo, ed amaro; e poichè la tranquillit

Non rispose l'eremita; ma il vedemmo tosto alzar, e allungarsi tanto e tanto, che faceane il cor tremar.

Noi andavam per lo vespero, attenti oltre quanto potean li occhi allungarsi contra i raggi serotini e lucenti. Ed ecco a poco a poco un fummo farsi verso di noi come la notte oscuro; da quello era loco da cansarsi. Questo ne tolse li occhi e l’aere puro. Purgatorio · Canto XVI Buio d’inferno e di notte privata d’ogne pianeto, sotto pover cielo, quant’ esser può di nuvol tenebrata,

Sorrideva, d'un sorriso decisamente sciocco; ma non sorrideva con lo sguardo, irresoluto, fuggevole; e il piccolo corpo secco e magro della femmina pareva allungarsi; e il collo s'allungava di certo, aiutando la voce senile che fischiava il polifono dialetto ligure.