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Poco più oltre il centauro s’affisse sovr’ una gente che ’nfino a la gola parea che di quel bulicame uscisse. Mostrocci un’ombra da l’un canto sola, dicendo: «Colui fesse in grembo a Dio lo cor che ’n su Tamisi ancor si cola». Poi vidi gente che di fuor del rio tenean la testa e ancor tutto ’l casso; e di costoro assai riconobb’ io.

fermo s’affisse: la gente verace, venuta prima tra ’l grifone ed esso, al carro volse come a sua pace; e un di loro, quasi da ciel messo, ‘Veni, sponsa, de Libano’ cantando gridò tre volte, e tutti li altri appresso. Quali i beati al novissimo bando surgeran presti ognun di sua caverna, la revestita voce alleluiando,

La prima voce che passò volando ‘Vinum non habent’ altamente disse, e dietro a noi l’andò reïterando. E prima che del tutto non si udisse per allungarsi, un’altra ‘I’ sono Oreste’ passò gridando, e anco non s’affisse. «Oh!», diss’ io, «padre, che voci son queste?». E com’ io domandai, ecco la terza dicendo: ‘Amate da cui male aveste’.

«Quando vivea più glorïoso», disse, «liberamente nel Campo di Siena, ogne vergogna diposta, s’affisse; e , per trar l’amico suo di pena, ch’e’ sostenea ne la prigion di Carlo, si condusse a tremar per ogne vena. Più non dirò, e scuro so che parlo; ma poco tempo andr

fermo s’affisse: la gente verace, venuta prima tra ’l grifone ed esso, al carro volse come a sua pace; e un di loro, quasi da ciel messo, ‘Veni, sponsa, de Libano’ cantando gridò tre volte, e tutti li altri appresso. Quali i beati al novissimo bando surgeran presti ognun di sua caverna, la revestita voce alleluiando,

Ma poi che ’l gratular si fu assolto, tacito coram me ciascun s’affisse, ignito che vincëa ’l mio volto. Ridendo allora Bëatrice disse: «Inclita vita per cui la larghezza de la nostra basilica si scrisse, fa risonar la spene in questa altezza: tu sai, che tante fiate la figuri, quante Iesù ai tre più carezza».

quando Beatrice in sul sinistro fianco vidi rivolta e riguardar nel sole: aguglia non li s’affisse unquanco. E come secondo raggio suole uscir del primo e risalire in suso, pur come pelegrin che tornar vuole, così de l’atto suo, per li occhi infuso ne l’imagine mia, il mio si fece, e fissi li occhi al sole oltre nostr’ uso.

«Quando vivea più glorïoso», disse, «liberamente nel Campo di Siena, ogne vergogna diposta, s’affisse; e , per trar l’amico suo di pena, ch’e’ sostenea ne la prigion di Carlo, si condusse a tremar per ogne vena. Più non dirò, e scuro so che parlo; ma poco tempo andr

La prima voce che passò volando ‘Vinum non habent’ altamente disse, e dietro a noi l’andò reïterando. E prima che del tutto non si udisse per allungarsi, un’altra ‘I’ sono Oreste’ passò gridando, e anco non s’affisse. «Oh!», diss’ io, «padre, che voci son queste?». E com’ io domandai, ecco la terza dicendo: ‘Amate da cui male aveste’.

Ma poi che ’l gratular si fu assolto, tacito coram me ciascun s’affisse, ignito che vincëa ’l mio volto. Ridendo allora Bëatrice disse: «Inclita vita per cui la larghezza de la nostra basilica si scrisse, fa risonar la spene in questa altezza: tu sai, che tante fiate la figuri, quante Iesù ai tre più carezza».