Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 3 giugno 2025
Egli rimase ferito nel più caldo della mischia e non ne fece mostra; solo alla sera il dottore Ripari, il carissimo amico suo, volle a forza curarlo.
Anna non si fece ripetere due volte questa proposta, e rispose: È giusto; è inutile che stiamo qui tutti; tu sola basti; poi si tratta di tuo padre: ti raccomando di curarlo bene e guarda di non prender quel brutto male; anzi è meglio che tu ti faccia vaccinare.
GERASTO. Arai a far con un tristo come tu sei. FACIO. Non mi prometteva io ciò da questa tua vecchiaia. FACIO. Son uomo di tòrvi le vesti da dosso. GERASTO. Ecco il furore! o voi, toglietelo stretto e ligatelo che non si muova, ché gli vo' dar un lattovaro in casa. FACIO. Che volete da me voi, furfanti? A dispetto di... GERASTO. Riponetelo dentro, ché vo' curarlo.
Fortunatamente quel periodo non durò molto, e a furia di cure e di riguardi il male prese una buona piega: ma bisognava vedere com'era sfigurato il povero Giovanni! avea la faccia gonfia, tutta piena di piaghe, e Carmela con una pazienza da santa, vinceva il ribrezzo e la nausea che quella vista le incuteva, per curarlo e diminuirgli lo spasimo.
Ed ella allora, rotto ogni rispetto umano, avrebbe avuto il diritto di correre a lui, di sollevarlo caduto o ferito, di asciugargli il sangue, di posare la sua testa adorata nel proprio grembo, dì curarlo e di guarirlo.
Appena guarito mi scriverebbe a lungo, aveva tante cose a dirmi. «Era malato; ed io non poteva correre a lui, sedermi accanto al suo letto, curarlo, vegliarlo. Ed era malato per me, per la mia partenza; ne ero sicura. Stava così bene prima! Era dunque il dispiacere che lo faceva star male. No. Decisamente la nostra posizione non poteva durare così. Non si comanda ai proprii sentimenti.
Giudicate dunque della mia sorpresa, quando una sera, la decima forse o la dodicesima dal nostro arrivo, come fui seco nella sua stanza, invece di allungarsi sul solito canapè, la vidi passeggiare, tenere una dopo l’altra tutte le sedie, tentare diverse letture e smetterle d’un colpo, avvicinarsi alla finestra e rimanervi gran tempo immobile, come per rinfrescarsi ai vetri la fronte. Io la guardavo stupito, e lasciavo di sonare per seguitarne gli atti ed i moti, ed essa, così sollecita le altre sere a farmi riprendere, se mai l’interrompevo, il filo delle note, o non avvertiva il mio silenzio, o mostrava di non curarlo. Che pena mi dava la sua irrequietezza! Un dolore sordo s’impadroniva delle ultime e più recondite facolt
E che cosa avreste voluto che si facesse? m'interruppe uno degli interlocutori, un giovane mio amico di ventidue anni, figlio di genitori italiani, ma nato negli Stati Uniti. Metterlo in un manicomio, curarlo perchè guarisse e, appena il disgraziato avesse riacquistato l'uso della ragione, condurlo sulla forca in tutta la pienezza dei suoi sentimenti?
Il giovane Ubaldino Ubaldini fu trasportato con molto riguardo in casa la bella Renza sua sorella, che fu moglie del signor Renzi; e quivi, con quanta maggiore secretezza fu potuto, attesero a curarlo; sennonchè lo affetto paterno e lo zelo dei medici gli tornarono invano per la furiosa febbre accompagnata da delirio, che di subito lo assalì. I medici ristrettisi con la signora Renza, con le lacrime agli occhi le dettero il povero giovane come spacciato; ammonendola per di più, che se passava la nottata non sarebbe giunto a terza del giorno veniente. In vero su lo spuntare dell'alba il male si aggravò, e così com'era delirante chiese carta, e matita. Per acquetarlo glieli dettero, ed egli con la benda agli occhi, e vagellante schizzò il ritratto della Beatrice, maraviglioso a vedersi per purit
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca