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BALIA. Adio adio, signori. PEDOFILO. Mira che testimoni! Ma per mostrarvi che quanto dite di mia figlia è tutto falso, son uomo di farla calar qua giú e che tu veggia con gli occhi propri che non è pregna. ERASTO. Di grazia, fatela calar qua giú, ché farò ch'ella confessi il tutto in vostra presenza; ché giá non è piú tempo di tenersi nascosto il fatto.

Vi vo' far conoscere che vaglio tanto oro quanto peso: son rissoluto d'ingannarlo. PIRINO. Come? dove? dimmi. FORCA. Non so il come il dove: levo di qua, pono di ; sconcia di qua, poni di , andrò tanto girando col cervello, che qualche cosa sará. Ma ecco tuo padre, conosco negli occhi il fuoco della còlera: scostati da me, che non ci veggia insieme.

Io vidi certo, e ancor par ch’io ’l veggia, un busto sanza capo andar come andavan li altri de la trista greggia; e ’l capo tronco tenea per le chiome, pesol con mano a guisa di lanterna: e quel mirava noi e dicea: «Oh me!». Di facea a stesso lucerna, ed eran due in uno e uno in due; com’ esser può, quei sa che governa.

Noi eravam lunghesso mare ancora, come gente che pensa a suo cammino, che va col cuore e col corpo dimora. Ed ecco, qual, sorpreso dal mattino, per li grossi vapor Marte rosseggia giu` nel ponente sovra 'l suol marino, cotal m'apparve, s'io ancor lo veggia, un lume per lo mar venir si` ratto, che 'l muover suo nessun volar pareggia.

In tutte parti impera e quivi regge; quivi e` la sua citta` e l'alto seggio: oh felice colui cu' ivi elegge!>>. E io a lui: <<Poeta, io ti richeggio per quello Dio che tu non conoscesti, accio` ch'io fugga questo male e peggio, che tu mi meni la` dov'or dicesti, si` ch'io veggia la porta di san Pietro e color cui tu fai cotanto mesti>>. Allor si mosse, e io li tenni dietro. Inferno: Canto II

Ma non vogl'io, che de la mia bellezza, Trattone Alcmano, altri si veggia amante: Dunque sul primo fior di giovinezza D'ognuno a gli occhi io mi torrò davante: Ho bevuto venen: tu se potrai Vendica i nostri incomparabil guai. Poichè così parlommi, in tempo breve Abbassar gli occhi, e scolorir si mira; E sparsa di sudor come di neve Tutta si scote palpitando e spira.

MANGONE. O ben, per vita mia! lo schiavo è cosí allegro e festevole, che mi fará viver dieci anni di piú: dispiacemi averlo promesso a Filigenio, ché vorrei tenermelo per mio spasso. Ma poiché Melitea sta cosí disperata, Filace, va' tu su, chiamala, ché venga giú e veggia ballar e cantar questo schiavo che le rallegrará un poco li spiriti.

Forca, perché son chiari che l'uno è dell'altro e non han piú dubio che sieno separati fra loro, falli tornar da viaggio e menali a casa nostra. FORCA. Vi do la mia parola giongerli nel viaggio e far ch'or ora li veggiate qui presenti. DOTTORE. Per l'amor di Dio, presto: ché non so se potrò viver tanto che li veggia. FILIGENIO. Io me ne vo a casa, a porla in ordine per questa sera.

10 Come di capitani bisogna ora che 'l re di Francia al campo suo proveggia, così Marsilio ed Agramante allora, per dar buon reggimento alla sua greggia, dai lochi dove il verno fe' dimora, vuol ch'in campagna all'ordine si veggia; perché vedendo ove bisogno sia, guida e governo ad ogni schiera dia.

O veritá, quanto sei difficile a nascondere, o quanto facile a discoprire, che non può l'uomo tanto giú sepelirti, quanto piú tu assumi di sopra! Giá par che di ora in ora me lo veggia di sopra, con gridi, con minaccie e con ingiurie, che gli restituisca la figliuola sua e che mi tolga la mia: e il peggio sará, che bisogna che sborsi diecimila ducati per la sua dote.