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Poi grida: e pur non ingannevol messo A me venisti, e vere fur tue note? E quivi di pallor copre l'aspetto, Stracciando i crini, e percotendo il petto. Poscia narrommi d'Ottoman l'amore Nato fra balli, e che Bagon propose; I doni, i preghi ad ammollirle il core, E ciò che disdegnando ella rispose: Narrommi ancor, che sul notturno orrore Alcmano istesso i suoi martiri espose.
Ma non vogl'io, che de la mia bellezza, Trattone Alcmano, altri si veggia amante: Dunque sul primo fior di giovinezza D'ognuno a gli occhi io mi torrò davante: Ho bevuto venen: tu se potrai Vendica i nostri incomparabil guai. Poichè così parlommi, in tempo breve Abbassar gli occhi, e scolorir si mira; E sparsa di sudor come di neve Tutta si scote palpitando e spira.
E quivi le solinghe rive, Ove sofferse il non temuto scempio, E come gli avvenisse a pien descrive. A l'esecrabile atto oltra ogni essempio Apre le luci di più viver schive La donna; e l'ombra apparsa più non vede; Sol pensa a quello annunzio, e vero il crede. E, poi che sorse il sol su l'emispero, Vien meco: Alcmano a ritrovare andiamo, Mi dice.
Ella con franca voce il fea sicuro Ch'ogni artificio s'adoprava invano: Era qualunque strazio a lei men duro, Che caricar di tanta infamia Alcmano, Credi Bagon; con veritade il giuro; Tanto del re non può donar la mano, Ch'a lui mi venda: e l'or, ch'oggi mi porgi, Io lo reputo vil; ben te n'accorgi.
Parola Del Giorno
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