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Mamma pronunciò con fioco sforzo Zelmira Mamma, sto morendo e ti saluto per sempre. Via, non piangere... così vuole il Signore e non sta bene la ribellione... fa di darti pace ed anche allo zio porgi coraggio e consolazione.

O che parlo? Il tuo aspetto a dir m'ispira quantunque io parlo; tu mia lingua movi, tu mi porgi i concetti e le parole. O mia musa, o mio amor. E qual fu mai più glorioso amor che la mia Musa è 'l mio amor, e 'l mi' amor è la mia musa?

D. Di ragionar di lei sazio stanco esser non poss'io mai; poi vizio fora non sodisfare a giusti disiri. Or porgi orecchie al chiaro nascimento.

Oh de la mente mia lucido specchio, alma gentil fra le belle alme bella, in cui fiso mirando d'ora in ora, si fan dentr'al mio cor novi concetti, da partorir scrivendo in nove carte; lietamente ricevi il novo frutto, che prodotto ha 'l germoglìo del tuo seme; e mentre io fo sonar la mia zampogna al furor del tuo Mopso porgi orecchie, e nel furor di Mopso al furor mio.

Tu nel languente Crepuscolo t'immergi e ti par quasi Di spegnerti nell'ora che si spegne. Ma se porgi l'orecchio, è nel tramonto Di quest'ora che parlano le oscure Cose del mondo a chi timido veglia Al lume d'una fede.

E tu, mio santo e mio soave ardore, dotta e bella Talia, mentr'io m'affanno per voler dir di te, ne l'alta impresa porgi soccorso a la mia fioca voce: dammi ardir, dammi forza; alza 'l mio ingegno e con la cara mano un novo ramo fresco, verde, odorato, or ora colto dal sacro monte a la mia fronte avvolgi. Movi Talia, movete sante Dive.

«È il mio ministero: pure come speri placare la giustizia?...» «Intesi sovente che il maggiore peccato commesso da Caino fu diffidare della misericordia.... lascia a cui può la cura di perdonarmi, tu porgi l'orecchio.... ti condurrò nell'amarezza dell'anima mia per tutti i miei anni, accuserò al tuo cospetto le mie colpe, e tu mi rimetterai la empiet

Porgi al vietato sorso, T

CAPPIO. Paggio, che fai che non porgi da bere? ALTILIA. Bevete, cor mio. GIACOMINO. Io non beverò mai, se voi non bevete prima e lasciate ch'io suchi quelle reliquie che son rimaste in quella parte del bicchiero ove han toccato le labra vostre, acciò con quelle io possa rinfrescar l'arsura dell'anima mia.

La mamma prese il più grandicello per un braccio, e tirandolo via di disse loro con accento proverbiante: Oh! volete levarvi dai piedi della gente, scioccherelli? Li lasci, li lasci, madama, la prego... Ma no, ma no... Venga avanti, signor Marone... La favorisca, s'accomodi... Antonio, porgi una sedia al signor Marone... che benedetto uomo! Tu stai interito come un piuolo.