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Aggiornato: 8 settembre 2025
So che non pon recar miei tristi accenti, a voi, messer Emilio, alcun conforto, che fra tanti dolori il primo è 'l vostro. Ma 'l duol si tempri; il suo mortale è morto; vive 'l suo nome eterno fra le genti: l'alma trionfa nel superno chiostro. XXXVII. A Tiberio Nari
Non mi smarrii; nessuno dei miei sensi s'oscurò. Vidi le stelle del cielo che oscillavano come se un vento superno le agitasse; vidi i moti illusorii ma terrifici che la luce mobile della lampada metteva nella portiera; udii distintamente la ripresa della pastorale, i latrati d'un cane lontano. Un guizzo del bambino mi fece trasalire. Egli si svegliava.
E quel che segue in la circunferenza di che ragiono, per l'arco superno, morte indugio` per vera penitenza: ora conosce che 'l giudicio etterno non si trasmuta, quando degno preco fa crastino la` giu` de l'odierno.
Come chiusi quegli occhi in sonno eterno E mira il volto impallidito e scuro, Freme Alete così, ch'orrido verno È su per l'onde a rimirar men duro. Presta a quell'empio, o Regnator superno, Presta i fulmini tuoi; non fia sicuro: Chè de l'estinta gioventù diletta, A mal grado di te, vuò trar vendetta.
Anima bella che dal padre eterno creata prima in ciel nuda e immortale, or vestita di vel caduco e frale, mostri qua giuso il gran valore interno: da gli alti chiostri in questo basso inferno u' si n'aggrava il rio peso mortale, scendesti a torne noia e a darne l'ale al sommo bello, al sommo ben superno;
Termine ei fisse a i Rodïan dolori Pur come piacque al suo volere eterno, E tante de' demoni ire e furori Volle serrar nel tenebroso inferno; Però ne l'alto in fra gli eterei cori Del numeroso esercito superno Egli rivolse in ver Michele il guardo, Unqua suoi cenni ad ubbidir non tardo: XXXIX
Le feroci superbie al Cielo avverse Ben compianse di Roma il gran Pastore, E con mel di parole il crudo asperse, Ma via più sempre s'innasprì quel core; Finalmente a giustizia il varco aperse, Ed infiammato di superno ardore Armò la destra, e fe' volarne i tuoni, Stanco di preghi e d'offerir perdoni.
Come la scala tutta sotto noi fu corsa e fummo in su ’l grado superno, in me ficcò Virgilio li occhi suoi, e disse: «Il temporal foco e l’etterno veduto hai, figlio; e se’ venuto in parte dov’ io per me più oltre non discerno. Tratto t’ho qui con ingegno e con arte; lo tuo piacere omai prendi per duce; fuor se’ de l’erte vie, fuor se’ de l’arte.
Povero d'ogni ben, fuor di sostegno, Specchio a gli afflitti io menerò l'etate, Ed in odio di me, finchè non vegno A presentarmi a' rai di tua beltate; Ma se non dassi dal superno regno Per un misero cor bando a pietate, Deh! scendi a consolar col tuo sereno Se non le mie vigilie, i sonni almeno.
Ond'io da mia natura, non per troppa scrittura ardisco a tale impresa, però ch'io ho difesa dalla mia compagnia d'avere Astrologia, Acciò che sia palese per ciaschedun paese del sito italiano da presso e da lontano l'esser dell'universo, dirò a verso a verso. Nel nome del Signore ch'è superno motore che mi concede gratia sì ch'io possa far satia di verit
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