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Aggiornato: 8 giugno 2025
Io gia pensando; e quei disse: <<Tu pensi forse a questa ruina ch'e` guardata da quell'ira bestial ch'i' ora spensi. Or vo' che sappi che l'altra fiata ch'i' discesi qua giu` nel basso inferno, questa roccia non era ancor cascata. Ma certo poco pria, se ben discerno, che venisse colui che la gran preda levo` a Dite del cerchio superno,
Dunque fia ver, come diceva Aletto, Ch'a prò di Rodi il Correttor superno Aggia per la vittoria un duce eletto? E costui fa de' Turchi un tal governo? Vederlo io vuò; quinci riarsa il petto E gonfia di furor lascia l'inferno, E vien de l'aria a contristare il lume, E sopra Rodi al fin ferma le piume.
Come la scala tutta sotto noi fu corsa e fummo in su 'l grado superno, in me ficco` Virgilio li occhi suoi, e disse: <<Il temporal foco e l'etterno veduto hai, figlio; e se' venuto in parte dov'io per me piu` oltre non discerno. Tratto t'ho qui con ingegno e con arte; lo tuo piacere omai prendi per duce; fuor se' de l'erte vie, fuor se' de l'arte.
Gran scudo imbraccia a la sua fè commesso; Pregio immortal, dal gran tonante eterno. Il dì ch'ei spinse col gran scudo istesso I rubellanti dal gran ciel superno; Quivi timor, quivi terrore impresso, Quivi era orror del tenebroso inferno; V'era che 'n alto, abbominati esempi, Ergea gran seggio il regnator de gli empi.
Il giorno mio sen va verso l'occaso e son sepolti in tenebrosa notte i miei pensier, il cor, l'animo e l'alma. Sorgi sol del mio sol sola sembianza. Da che tolta è dal ciel tua ardente fiamma, perché 'l superno chiostro intorno splenda di mille ardori, non però ritorna il giorno al mondo infin che non ritorni tu, la cui luce ogni altra luce asconde. Sorgi sol del mio sol sola sembianza.
E perciò, tralasciando quelle cose che l'Urfè vorrebbe nel poema, che sono consigli non critiche, dirò di due difetti da lui notati in quest'ultimo canto. Nella St. 6. dice il Batista ad Amedeo: L'armi ch'avesti tu dal ciel superno Io porterolle a le magion divine, E l
9 La bella Alcina venne un pezzo inante, verso Ruggier fuor de le prime porte, e lo raccolse in signoril sembiante, in mezzo bella ed onorata corte. Da tutti gli altri tanto onore e tante riverenze fur fatte al guerrier forte, che non potrian far più, se tra loro fosse Dio sceso dal superno coro.
58 Il cavallier, poi ch'alla scura buca fece tornare il mostro da l'inferno, ove rode se stesso e si manuca, e da mille occhi versa il pianto eterno; per esser di Rinaldo guida e duca gli salì dietro, e sul giogo superno gli fu alle spalle, e si mise con lui per trarlo fuor de' luoghi oscuri e bui.
Indi sul colmo de l'eteree sfere Ratto sen va per lo sentier superno, L
Era quivi a mirar come possente Schermo avea fatto il messaggier superno A l'alto Duce, e se ne fe' dolente Leviat
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