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Aggiornato: 27 giugno 2025


Squilla un'altra volta la tromba; i banderilleros han finito; ora tocca all'espada; è il momento solenne, è la crisi del dramma; la folla si queta, le signore si sporgon fuori dei palchi, il Re si alza in piedi. Il celebre Frascuelo, tenendo in una mano la spada e la muleta, che è un pezzo di stoffa rossa attaccata a un bastoncino, entra nell'arena, si presenta dinanzi al palco reale, si leva il berretto, e consacra al Re, pronunciando una poetica frase, il toro che va ad uccidere; poi getta il berretto in aria, come per dire: Vincerò o morirò! e seguìto dallo splendido corteo dei capeadores, si muove con passo risoluto verso il toro. Qui segue una vera lotta corpo a corpo, degna d'un canto d'Omero. Da un lato la belva colle sue corna terribili, colla sua forza enorme, colla sua sete di sangue, inasprita dal dolore, acciecata dall'ira, torva, insanguinata, spaventosa; dall'altra un giovane di vent'anni, vestito come un ballerino, a piedi, solo, senza difesa con una leggera spadina tra le mani. Ma egli ha diecimila sguardi addosso! Il Re gli prepara un dono! La sua amante è lassù, in un palco, cogli occhi fissi su di lui! Mille signore tremano per la sua vita! Il toro si ferma, lo guarda; egli guarda il toro, e gli agita dinanzi il panno rosso; il toro si caccia sotto, l'espada si scansa, il corno formidabile gli rasenta il fianco, urta il panno rosso e colpisce nel vuoto. Un tuono d'applausi scoppia su tutte le gradinate, in tutti i palchi, in tutte le gallerie. Le signore guardano col canocchiale e gridano: Non ha impallidito! Si fa silenzio daccapo, non si sente una voce, non un bisbiglio. L'audace torero fa volteggiare a più riprese la muleta sugli occhi dell'animale inferocito, gliela passa sulla testa, tra le corna, intorno al collo, lo fa retrocedere, avanzare, girare, saltare; si fa assalire dieci volte, e dieci volte, con un leggerissimo movimento, scansa la morte; lascia cader la muleta, la raccoglie sotto gli occhi del toro, gli ride sul muso, lo provoca, l'insulta, se ne trastulla; tutt'a un tratto si ferma, si mette in guardia, alza la spada, piglia la mira; il toro lo guarda; ancora un istante, e si slancieranno addosso, l'un all'altro, nello stesso punto; uno dei due deve morire; diecimila sguardi corrono con una rapidit

Il cader delle tue note Era maglio che percote, Era incendio entro la paglia. Morta è l'aria. Più non viene De' tuoi numeri prigione Mista al suon delle catene D'Israello la canzone. Tace il monte e tace Scilla Che balzò, divino Araldo, Del tuo Vespero alla squilla. Chiuso è il cielo. Sui gradini Dell'altar spenta è la face Dell'Idea Che agli italici destini Nel crepuscolo splendea.

Ma l'Italia non fu altro che un preludio, una prima squilla: ogni giorno capitava un dispaccio: sopprimete il Mattino: sopprimete il Radicale: sopprimete la Gazzetta Lombarda: sopprimete il Moderatore: sopprimete la Durlindana.

Ai voti, ai voti! gridarono molte voci dalla sala; e tutti si alzavano per andare a mettere le tessere nell'urna; allorchè triplicata squilla di tromba fuori le porte dell'abadia risuonò. Derobe-les

Alle dodici e mezza squilla la campanella del pranzo. A tavola ti presento conti e contesse, marchesi e marchese, e cavalieri e ufficiali e commendatori: ti mostro abiti elegantissimi, pizzi, gioie e pettinature; ti faccio ascoltare discorsi in fiorentino aspirato, in ruvido piemontese, in italiano guasto da labbra milanesi, in rapido veneziano, in pretto genovese. Mescola tutto assieme: tra la vanit

Squilla la tromba: quattro guardie del Circo, a cavallo, con cappello e pennacchio alla Enrico IV, mantellina nera, giustacore, stivaloni, spada, entrano dalla porta che è sotto il palco del Re, e fanno a lento passo il giro dell'Arena; la gente sgombra, ognuno va al suo posto, l'Arena riman vuota. I quattro cavalieri si vanno a mettere a due a due dinanzi alla porta, ancora chiusa, che fa fronte al palco reale. I diecimila spettatori hanno l'occhio l

La squilla della vicina parrocchia di Fontain si modestamente sentire; i tocchi di quella campana mi scesero in cuore mesti, siccome la preghiera pei moribondi: traversò il viottolo a noi vicino una vecchia cenciosa che portava per mano un ragazzo... Nonna disse quest'ultimo cosa fa tutta quella gente sdraiata?

Passo aggressivo, fucili e tascapani fioriti, tutte le trombe al cielo spinte su dalle rudi facce di cuoio lucenti di sudore. Sopra, squilla il sole come la più bella tromba bersagliera lanciata in alto nel ritmo danzante della marcia.

Poi fra le danze e i complimenti, c'intrattenemmo discorrendo della giornata, e ognuno facendone la chiusura colle più grate lodi. Non era finita, no! Con grande sorpresa, a dieci ore, squilla la campanetta degli arrivi, e s'odono la voce del maggiordomo e i passi di nuovi venuti.

Quel che piu` basso tra costor s'atterra, guardando in suso, e` Guiglielmo marchese, per cui e Alessandria e la sua guerra fa pianger Monferrato e Canavese>>. Purgatorio: Canto VIII Era gia` l'ora che volge il disio ai navicanti e 'ntenerisce il core lo di` c'han detto ai dolci amici addio; e che lo novo peregrin d'amore punge, se ode squilla di lontano che paia il giorno pianger che si more;

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