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Io vi fo una riverenza, monsignori, e vado a casa, perchè io non sono stata mai troppo soda di corpo, ed ora, con le suste e controsuste, e con le compressioni... con vostra licenza, e serva di vostra scioperatezza, sir papa. Alle parole di s. Elisabetta, il papa dei becchi monta in bestia e grida: Vadano tutti all'inferno: ne abbiamo assai di questa laida canaglia di santi e di ebrei.

Intanto permettete ch'io vi stringa la mano, riprese l'altro; mi chiamo sir Giorgio Anderssen. Posso offrirvi un'avana? Grazie, no; il fumo mi fa male. Allora l'americano, gettando lo zigaro che teneva fra le labbra, tornò a dimandare: Posso proporvi una partita al bigliardo? Non conosco quel giuoco; vi ringrazio, signore. Posso proporvi una partita agli scacchi?

«Dandelions», disse l'inglese. E gli parve che quella infantile reminiscenza la ravvicinasse assai al suo cuore; e subito le parlò della sua casa nella contea di Kent, dove il suo vedovo padre Sir Frederick Kingsley e la sua unica sorellina, vivevano circondati da un vasto parco antico, tutto ombre e silenzi verdi. Mi fate venir la nostalgia, disse Nancy. Il signor Kingsley parve contento.

GIUDIZI DELLA STAMPA su VAE VICTIS! =Sir Conan Doyle=, il creatore di Sherlock Holmes, scrive all'editore Arnold di Londra: «Ho letto un libro veramente terribile e veramente potente. «Vae Victis» di Annie Vivanti. Non ho mai letto nulla che mi abbia fatto realizzare con tale forza ciò che la guerra significhi per il paese invaso

V'era Riccardo, il sir di Normandia, un nobil divenuto poveretto, che per venire alla funzione avia preso a prestanza il giubbetto e il farsetto. I paladin con poca cortesia lo trafiggean dell'esser meschinetto, tanto ch'egli era il bersaglio e il buffone di tutta quanta la conversazione.

Ad Angelino i nemici accoccavano che per le sue sventure era scempione, e che i sigilli regi non si davano a disadatte e stolide persone, le quai pel cervel debile e confuso potean far del sigillo qualche abuso. Il sir di Montalbano la mattina era eloquente e buon uffiziatore, ma dopo il pranzo egli era una cantina di vino, inutilaccio ed in furore.

Sappiate che sir Guglielmo Jones, molti anni fa, ha fondato a Calcutta una societá d'inglesi, denominata «Societá asiatica»; e che questa societá, occupata com'è in continui lavori scientifici ed eruditi, non lascia di mandare di quando in quando in Europa anche alcune traduzioni di poesie indiane. |Uno de' lettori|. Ottima cosa!

Dai colli Cari a la Mosa, ove Turenna nacque, Ruïnavano a morte, e facean molli Di strage i campi, e rosse e gonfie l'acque. Pallido, in suo dolor chiuso, mirolli Il Sir de l'armi, ed aspettando tacque; Vide la morte, e con terribil gioia Spronò il destriero, ed esclamò: Si muoia! E s'avventò. Da le sonanti Ardenne Lucifero lo vide.

Confutai queste ultime in modo da ridurre il ministro accusatore ed era sir James Graham a farmi ammenda pubblica in parlamento. E quanto all'altra difesa, afferrai la via che m'apriva per disvelare all'Inghilterra tutta la piaga.

SENECA Misero me! co' miei cadenti giorni salvar sperava i tuoi. Dovea la plebe udir da me le ascose, inique, orrende arti del rio Neron;... ma invano io vissi: tace la plebe; ed altro omai non ode che il timor suo. Di questa orribil reggia mi è vietato l'uscire... Oh ciel! chi vale contro empio sir, s'empio non è?