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Aggiornato: 10 giugno 2025


Io voglio leggerti dentro! Che cosa ti senti nel sangue quando scrivi? Che cosa vedi intorno a te, per aria; che voce senti, che ti parla nell'orecchio quando crei?

E Maria, tenendo sempre Lalla sulle ginocchia, accostò a con una mano un piccolo scrittoio di mogano. Che cosa devo scrivere?... Scrivi... e Maria, dettando, seguiva cogli occhi la manina di Lalla scrivi: Al buon amico... A-mico... Giorgio. Gior-gi-o. Basta? No! devi scrivere ancora.... Che cosa, mammetta? La tua piccola Lalla. Tua piccola Lal-la. Brava! Così!

La sera stessa del mio arrivo le scrissi, Non sapevo ancor bene, incominciando la lettera, dove l'avrei diretta, e non sapevo neppure se fosse opportuno scrivere così presto. Le stelle e una voce interna mi dicevano «scrivi, scriviAppena prendevo la penna in mano mi assalivano i dubbi, la pesavo ancora. Finalmente le tempeste del e del no presero insieme un solo furioso corso. La penna non poteva correr tanto. Raccontai questi miei dubbi, queste paure, la voce delle stelle che vedevano in quei momenti lei e me, la prepotente voce interna. Dissi che avevo potuto compiere il sacrificio di non seguirla, solo per la mia ardente fede che Dio ci avrebbe uniti. Ora lo confesso, la mia fede soffriva spaventose eclissi! Cercai dirle quale cammino avesse fatto l'amore in me dopo la nostra separazione, come avesse oscurato ogni altro sentimento tranne il sentimento della Divinit

Tu tardi, penso che Tu scrivi una lunghissima lettera per dirmi tutta la Tua vita. Sei ammalata? Al Club non ardisco guardare la Gazzetta di Venezia, temo di trovare il tuo nome fra i morti. 7, venerdì. Perchè non una riga? Oh abbiate cuore! 8, sabbato. Abbiate cuore! È primavera: senti anche Tu l'amore della natura? Che tristezza mi assale in questo momento!

So quanto costa a me lo scriver puro, non so, pedante, delle tue fatiche; ma convien certo, e non ti paia duro, due parolette in astratto io ti diche. Marmo, calcina e tempo vale un muro, sapone ed acqua voglion le vesciche. Sin ch'io canto Marfisa, t'assottiglia: scrivi qualch'opra che mi sia di briglia.

Ti dicono, pertanto, uomo di spirito! Scrivi dei libri che pretendono rivelare il cuore umano! Esci dunque dall'assurdo. Io non ò che diciannove anni. Non ò, per conseguenza, che undici anni innanzi a me, per occuparmi di altro che di amore. Ritorna quando avrò trent'anni. Vedremo allora. Ma inocularmi adesso quella melanconia! grazie: la sbiada il colorito. Tu menti in questo momento.

"Mi scrivi che oramai non ti basta più l'animo di continuare in quella vita inerte alla quale sei costretto da un lungo anno, che non puoi sopportare l'idea che l'universale opinione abbia a condannare la ragione del tuo vivere attuale. Che però o in un modo o nell'altro ti sei deliberato di uscire di tanta ignominia, e di tentare la sorte comunque sia per esser destra od avversa. Io ho la tua medesima et

ma tosto fier li fatti le Naiade, che solveranno questo enigma forte sanza danno di pecore o di biade. Tu nota; e si` come da me son porte, cosi` queste parole segna a' vivi del viver ch'e` un correre a la morte. E aggi a mente, quando tu le scrivi, di non celar qual hai vista la pianta ch'e` or due volte dirubata quivi.

C'erano alcune migliaia di lire, ma avevo perduto iersera al Circolo della Caccia e ho pagato. E gl'istituti di credito? Negano; li ho tutti sfruttati come principe della Marsiliana e come proprietario di giornale. E gli amici? Perchè non scrivi a don Tommasino Lavriani; ha dieci milioni a conto corrente da Rothschild, se vuole ti può aiutare.

Trovo che assomiglia di più alla tua firma quando la scrivo io, che quando la scrivi tu, diceva Adele. Indi le poesie e le lettere d'amore venivano lette e commentate con squillanti risa; e infine le lettere di affari si mettevano via e nessuno le leggeva. Era tanta la gente che veniva a parlare a Nancy di ciò che essa aveva scritto, che non le restava più il tempo di scrivere cose nuove.

Parola Del Giorno

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