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Ormai tutti erano pronti e si doveva partire. Lalla volle ancora abbracciare la mamma: poi la Giulia, poi don Gregorio. Quindi affidò la sacchettina dei gioielli alla Nena e le raccomandò di non abbandonarla un momento; in fine, appena seduta nella carrozza e mentre i cavalli si muovevano salutò la mamma un'ultima volta: Scrivi! scrivi presto! subito!

ma tosto fier li fatti le Naiade, che solveranno questo enigma forte sanza danno di pecore o di biade. Tu nota; e si` come da me son porte, cosi` queste parole segna a' vivi del viver ch'e` un correre a la morte. E aggi a mente, quando tu le scrivi, di non celar qual hai vista la pianta ch'e` or due volte dirubata quivi.

O milizia del ciel cu' io contemplo, adora per color che sono in terra tutti sviati dietro al malo essemplo! Gia` si solea con le spade far guerra; ma or si fa togliendo or qui or quivi lo pan che 'l pio Padre a nessun serra. Ma tu che sol per cancellare scrivi, pensa che Pietro e Paulo, che moriro per la vigna che guasti, ancor son vivi.

Parlami della tua infanzia, delle prime rivelazioni del tuo genio, di quando il Chateaubriand ti chiamò fanciullo sublime; raccontami delle tue veglie tempestose; dimmi se gridi quando ti balenano le immagini che sgomentano, dimmi se piangi quando scrivi le parole che strappano i singhiozzi, descrivimi le tue torture, le tue ebbrezze e le tue furie, dimmi che cosa pensi e che cosa sei, vecchio misterioso e tremendo!

Perchè non scrivi? m'aveva detto. Sotto il magico velo dell'Arte l'Idea passa più fulgida di fascino e di bellezza. Scriverò! avevo risposto io, col cuore gonfio di tenerezza e di ambascia. Ed avevo avuto un momento di debolezza: ero stato per prender la sua mano, la mano affilata e rigata di vene azzurre che posava sulla ringhiera, e confessargli il peso insopportabile del mio passato. Lassù, dinanzi a quella finestra, a quell'ora, mentre le ultime rose del sole appassivan sulla parte alta della citt

Però bisogna confessare che Roma ti sembra veramente la regina del mondo; e, a voler star paghi del momento che passa, è uno spettacolo di cui è facile compiacersi, il veder risorta a pieno l'antica sua grandezza. Scrivi presto, e fa in modo che l'Elia medesimo mi rechi la tua. Roma, 9 ottobre 1516.

Io, Paolo Herz, sul mio onore e sulla mia coscienza, giuro di amare di ardente amore la signora Chérie... Da quando? Da un'ora e sette minuti, lo giuro, con l'aiuto dell'orologio. Scrivi ciò ella disse, levandosi, portandolo presso un grande tavolino di legno scolpito, dove era un immenso calamaio dell'Impero.

Se vuoi fare della filosofia, scrivi un trattato, non dipingere un quadro.... Eh! il discorso non è poi tanto da matto! E se ti sta tanto a cuore l'espressione, cercala dove va cercata.... Cioè? Nelle nobili fattezze del re del creato.

Se non che, alla diagnosi, un buon medico dovrebbe far seguire la prescrizione di una cura: dovrebbe suggerire i rimedî. E intorno ai rimedî avevo appunto incominciato a scrivere un ultimo capitolo. Ma scrivi scrivi, il capitolo diveniva libro, faceva parte a , non s'inquadrava piú, per la materia, per lo spirito, in Minerva e lo scimmione.

, sei stata più ferma di Mimì, la quale per altro è più ubbidiente di te, e non dice bugie. Scrivi da brava. E a chi regali il mio ritratto? al babbo? No, al tuo amico Giorgio. Al mio amico Giorgio? Ma non avevi detto di regalarlo al babbo? Scrivi, presto! Ne darai un altro al babbo? , gliene darò un altro. Quale? Oh Dio! Un altro, come questo! Non farmi arrabbiare, andiamo.