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ma tosto fier li fatti le Naiade, che solveranno questo enigma forte sanza danno di pecore o di biade. Tu nota; e si` come da me son porte, cosi` queste parole segna a' vivi del viver ch'e` un correre a la morte. E aggi a mente, quando tu le scrivi, di non celar qual hai vista la pianta ch'e` or due volte dirubata quivi.

Dondola, graziosa Naiade, i lucenti tuoi fianchi sull'onde increspate del Tirreno. Lontana col ricordo, o vicina, colle eleganti tue forme mi ringiovanisci, e mi riconduci coll'anima ai pericoli d'un'et

«Tu mi verrai incontro a Genova. E siederemo ancora su quel balcone dove or sono tanti anni tu mi dicesti del tuo Libro non scritto, del tuo Libro che temevi dovesse morire, come un bimbo non nato, nel tuo seno. Vengo a condurti a Porto Venere, bianca nel sole, come una Naiade che bagni la punta del piede nelle celesti acque marine. E il tuo Libro vivr

Si entra nella dominazione del mare; nei cestellini frangiati di alighe, che somigliano ai capelli disciolti di una bella naiade morta, fremono, si contorcono, si annodano le anguille dai dorsi bruni, dalle pance smorte, mentre le ragoste, animali calmi e rassegnati, agitano lentamente le lunghe ed aguzze zampe. Le triglie rosee fanno un piccolo moto con le pinne per respirare, le ostriche schiudono un pochino la casuccia, ed i cannolicchi (soleni) scivolano fuori dal loro lungo astuccio, quasi vaghi di libert

Poi, spinti alla fuga dall'onnipresenza di coppie tedesche svenevoli e sconvenienti, e da comitive inglesi coi «Baedeker» sotto il braccio, partirono in volta della Spezia. Ivi ricordarono Shelley, ... Shelley, spirito di titano entro virginee forme... E finalmente si recarono a Porto Venere, bianca nel sole, sospesa sopra il Mediterraneo come una Naiade timida, che bagni il piede nel mare.

Ti amo graziosa Naiade perché so che tu ti chiamerai Clelia per l'avvenire, in onore della bella e cara mia compagna, in onore della coraggiosa fanciulla che affrontò un demone quasi certa di perder la vita, per non soggiacere al vituperio!".

ma tosto fier li fatti le Naiade, che solveranno questo enigma forte sanza danno di pecore o di biade. Tu nota; e come da me son porte, così queste parole segna a’ vivi del viver ch’è un correre a la morte. E aggi a mente, quando tu le scrivi, di non celar qual hai vista la pianta ch’è or due volte dirubata quivi.

Giacomo Cènci, curvo il petto e le spalle, intendendo fissamente gli occhi nel Tevere, vide, o gli parve vedere emergere dal profondo una forma leggiadra di donna,naiade, ondina, o ninfa delle acque, e apparire vaga, indeterminata come la nostra immagine quando ci affacciamo per l'acqua commossa, e avvicinandosi a mano a mano farsi distinta . Aveva le chiome cerulee stese giù per le guance e pel seno, stillanti gocce lucide dell'iride che scaturisce dalle gemme; la faccia del colore di perla, dai suoi occhi verde mare balenano sguardi i quali si appuntano dolorosamente negli sguardi del Cènci per modo, che gli pareva glieli abbacinassero; ma non sapeva staccarsene, sollecitandolo acuto una volutt

E le grida di gioia e l'inginocchiarsi a salutare Anfitrite liberatrice, come il mare fosse la patria loro, non hanno d'uopo di spiegazioni. "Dondola, o graziosa Naiade, gli eleganti tuoi fianchi sull'onda Mediterranea. Io ti rivedo commossa con tutto l'affetto dell'anima mia! E perché non amerei te come un'amica? Te, a cui devo tante emozioni, tanti piaceri sublimi! Io ti amo!

ma tosto fier li fatti le Naiade, che solveranno questo enigma forte sanza danno di pecore o di biade. Tu nota; e si` come da me son porte, cosi` queste parole segna a' vivi del viver ch'e` un correre a la morte. E aggi a mente, quando tu le scrivi, di non celar qual hai vista la pianta ch'e` or due volte dirubata quivi.