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Puru, uno de' piú famosi tra gli antenati di Dushmanta. «Amra», albero d'alto fusto e vaghissimo pe' suoi fiori. La vivace fantasia degli indiani popolava di dèi, di dèmoni, di spiriti, ecc. tutta la natura. E però sotto le sembianze di quell'ape le fanciulle sospettavano forse nascosto qualche demone malefico.

Il principe, dal lato suo, onde risarcirlo in qualche modo, gli aveva procurato una sovvenzione annua di 30,000 franchi dalla Russia, per il suo giornale Les Deux Europes: perocchè vi sono dei rimorsi gentiluomini. Il fatto è, che il demone dell'ambizione aveva acciuffato M. di Linsac, e che egli voleva arrivare ad ogni costo, arrivare a tutto. La fortuna del signor Thiers lo aveva abbarbagliato.

Le sue labbra erano semi aperte, e le ai vedeva sempre sul labbro superiore la scottatura ancor viva cui Sergio vi aveva impressa come una foglia di rosa pizzicata da un bruco. Ella era bella. Ella avrebbe data la vertigine a tutt'altro uomo, che ad un marito oltraggiato e dominato dal demone della vendetta.

Si sarebbe detto che uno spirito maligno, il demone di quel luogo maledetto, avesse destato in me tante dolorose memorie e avesse voluto darmi un'idea precisa di quanto ivi soffrì il povero Corradino. Gli animali selvaggi furono però più compassionevoli verso di noi che non gli uomini per Corradino.

Migliaia d'uomini gli stavano a fronte: egli era solo; pareva un démone che sfidasse l'ira di esseri umani; una schiuma bianca gli partiva dalla bocca, e dagli occhi gli uscivano fiamme cerulee come di zolfo. Al forsennato si strinsero attorno alcuni disperati; Morte! gridavano essi con lui, morte!

E che farai tu? riprese una voce a lui ben cognita, mentre ei sentì persona che leggiermente lo percosse colla mano sugli omeri, e che farai? ripetè quella voce. Voi siete dappertutto, non fa meraviglia, rispose Alfredo rivolgendosi a colui che era sopravenuto; un démone vi guida.

Imposterò il mio dispaccio alla succursale di Borgo Nuovo. Vengo anch'io volentieri da quella parte soggiunse San Giustino. S'incontra meno gente. Ma Zonnini e Fraschelli erano dispiacenti di dover prendere la direzione opposta. C'è questo demone tentatore spiegò Zonnini accennando al giornalista che vuol condurmi all'Alhambra, a veder la rivale di Venere. Fraschelli protestò. Non gli date retta.

Ma che demenza è la vostra? Mortella. Anche voi, anche voi, senza volere, l’imitate nel sonno. Gherardo Ismera. Che démone v’ha presa? Cessate, Mortella. Mortella. Vi ho visto dormire! E credevo che non dormiste più, che in fondo a qualche corridoio bianco aveste ucciso il sonno, come il sire di Glamis, come il sire di Cawdor. Gherardo Ismera. Perché sfuggite? Venite qui, Mortella.

Sgomento innanzi all'opera che egli aveva fatta, non trovava parole per consolarla, come il malvagio monaco medievale del poeta, che evocato il demone, non aveva poi più il motto magico per rimandarlo all'inferno. La lasciava farneticare, impaurito e dolente, pentito e amareggiato, sentendo tutta la verit

Il vescovo di Bovino stette un istante silenzioso a riflettere, guardando in volto ben bene Gisulfo, girando lo sguardo intorno sull'adunanza poi riprende: Messer principe, veggo che voi siete sotto il dominio del demone dell'iracondia; acquetatevi, ed acconsento di aspettare fino a domani che ritragghiate la vostra risposta.