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Per quanto modeste, per quanto virtuose sieno le donne, nulla sanno esse, nulla dicono mai di vero. In buon punto sono io qui venuta a cercare l'oggetto degli amori miei. In buon punto la mano d'un principe strinse la mia. Col miele delle sue parole la stirpe di Puru vinceva la mia confidenza; ed intanto il suo cuore celava il pugnale che doveva trafiggermi.

Il re interroga le donne sulla condizione di quel fanciullo, e a poco a poco viene ad intendere che è stirpe di Puru, che ha per madre la figliuola d'una ninfa e che il padre di lui ripudiò la sposa.

Puru, uno de' piú famosi tra gli antenati di Dushmanta. «Amra», albero d'alto fusto e vaghissimo pe' suoi fiori. La vivace fantasia degli indiani popolava di dèi, di dèmoni, di spiriti, ecc. tutta la natura. E però sotto le sembianze di quell'ape le fanciulle sospettavano forse nascosto qualche demone malefico.

Ed egli, voglioso di celare la propria dignitá: Io son uno che medita sui sacri Vedas ; abito nella cittá del nostro re, che discende da Puru; ed intento all'esercizio dei doveri religiosi e morali, qui sono venuto per contemplare il santuario della virtú.

entrato con l'aria di un Rodomonte; mette la canna d'India sotto il braccio, s'accomoda il berretto a barca sulle ventitrè, si ravvia il ciuffo da un lato, si tira i calzoni a campana sotto l'ampia fascia frangiata, con mossa malandrinesca, poi con tono e gesti eroici) Leggiamo questo pezzinu! (apre il biglietto e legge stentatamente) «Caro D. Peppi Nnappa» (e chiustu sugnu iu!) «Sacciu ca siti spinnatu».... Cu' è spinnatu! Iu, spinnatu?.... «di mia cucina la Zi Vittula».... Ah! sapemunni sentiri!.... «ma 'ssu spinnu è puru d'autri, ca l'haiu sempri pi la casa». D'autri? (si tira indietro) Senza mutriarinni!.... (e si posta come per in parata, per la difesa e per l'offesa) Cu' cc'è ca si voli fari avanti? Cc

Tanta docilitá in un monarca possente, giovine e vago di caccia è lodata gentilmente dall'eremita. Degno è di te quest'atto, degno di te, o il piú illustre de' monarchi, degno invero d'un principe della stirpe di Puru . Possa tu veder crescere un tuo figliuolo che sia ornato dalle virtú e sovrano dell'universo!

Chi cc'è paura, vuliti fari quarchi duellu puru vui? o vuliti sparari... pum!... comu D. Gasparinu? Pirchì, s' 'u dicu n' 'o fazzu iu? 'U vuliti vidiri ca sparu pi daveru? E vah! non iucamu! chi siti pazzu? Chi è, D. Gasparinu? Accussì prestu pigghiati focu? Sarvativi 'ssa tofa ca vi po' scasciari! Ca iu malu canusciutu sugnu, santu diascacci e... E diantanuni! Va, jamuninni, accumpagnatimi!

Il re la lusinga tuttavia, e la rattiene afferrandole la fimbria del mantello. Ed ella: Figlio di Puru, serba, deh! serba la tua ragione. Qui ha luogo una scena di galanterie, di sospiri, di oneste repulse, di desidèri, d'astuzie amorose, ma decenti, ecc. ecc.; e tutto finisce con un bacio che l'amante furtivamente stampa sulle labbra all'amata.