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Ecco; tornava fanciullo; era il faunetto impertinente; pensava alla Croda grinzuta, al Re moro, alla bandierina con l'asinello, e voleva far uccidere Duccio che aveva offeso Nicla. Noi coglierem per te balsami arcani Cui lacrimâr le trasformate vite, E le perle che lunge a i duri umani Nudre Anfitrite.

E le grida di gioia e l'inginocchiarsi a salutare Anfitrite liberatrice, come il mare fosse la patria loro, non hanno d'uopo di spiegazioni. "Dondola, o graziosa Naiade, gli eleganti tuoi fianchi sull'onda Mediterranea. Io ti rivedo commossa con tutto l'affetto dell'anima mia! E perché non amerei te come un'amica? Te, a cui devo tante emozioni, tanti piaceri sublimi! Io ti amo!

Il fanciullo sorrise al ritorno della vecchia strofe, quella che prima gli aveva dato l'impressione della musica in un mondo di mistero. Noi coglierem per te balsami arcani Cui lacrimâr le trasformate vite, E le perle che lunge a i duri umani Nudre Anfitrite. L'aria s'era fatta violacea.

Voi, ch'avete nel cielo alto ricetto, Vergini sacrosante, or mei dite. Qual, se sdegno a Nettun cangia l'aspetto, Teme Glauco e Nerco, teme Anfitrite: Ed ei su rote immense aspro fremente Conturba intorno il mar col gran tridente: XLVI Per guisa tal su quell'orribil piano L'alto d'Italia cavalier sen giva Pien di tempesta, e con terribil mano Fiumi di sangue in fra le squadre apriva.

Sorrise e d'un tratto, con un'altra voce, più alta, più libera, che pareva un'onda cullante, con una voce in cui vibrava la sua bella giovinezza di cristallo, s'abbandonò a cantare: Noi coglierem per te balsami arcani Cui lacrimâr le trasformate vite, E le perle che lunge a i duri umani Nudre Anfitrite.

Vedeasi, alto diletto a l'altrui ciglio, Argo solcarvi; ed il drappello Acheo Travaglia i remi nel mortal periglio Per entro i golfi de l'ignoto Egeo: Canta su cetra, e di virtù consiglio A ciascun porge incoronato Orfeo; Quinci liete sen van l'antenne ardite; Guardale con stupor l'ampia Anfitrite.

Facevan corteo al Buccintoro altre molte galere ed un numero immenso di gondole, tutte parate a festa e portanti la maggior parte della popolazione. Eri pur bella in quei giorni fatata regina! quando i tuoi Dandoli, i tuoi Morosini, seppellivano nel seno di Anfitrite l'anello maritale e la dichiaravano sposa propiziandola agli arditi navigatori delle lagune!... Oh! salve!