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Aggiornato: 27 giugno 2025


Le decorazioni, la pendola di porcellana, alcune statue, il raso dei mobili, la scrivania, erano bianche, producendo un chiarore ampio e senza penombre.... Ne ricevetti un'impressione sgradevolissima, non volendo allora giustificar quella bizzarria col solito amore del nuovo che produceva tanti errori d'estetica in Gian Luigi.

Qui si fermò, e allora una voce rispose dietro i cumuli delle carte della scrivania: Io credo che cinquanta lire siano sufficienti. Le figure grette, meschine, esose, le lascio tutte a voi. Allora si udì una chiavetta aprire un cassetto ed una mano porse un biglietto da cento lire. Imbecille! e la mano della signora prese il biglietto e rovesciò tutte le carte.

Stazza, impiedi davanti alla costui scrivania, si voltò. Mi venne incontro e mi tese le mani. Mille scuse! Ma io non potevo andarmene senza averla salutato. Addio, caro signore... Io me ne vado. Interrogavo con gli occhi il direttore e gli altri miei compagni, che circondavano Stazza, silenziosi.

Dalla finestra aperta entrò il vento, e sparpagliò tutte le carte che erano sulla scrivania. Sparpagliò la lista di ciò che Nancy doveva fare; e l'orario delle sue giornate; e la lettera di Nino; e portò via, svolazzante e vano, il grande foglio di carta il bianco foglio, pieno di splendide possibilit

«Il tuo MARCOQuando la mattina volle consegnare la lettera alla cameriera, da rimettere a sua madre appena si fosse svegliata, gli fu risposto che la signora aveva dovuto uscire di buon'ora, ed aveva lasciato nella sua camera un'imbasciata per lui. Marco entrò subito nella camera di sua madre, e trovò infatti un biglietto sulla scrivania diretto a lui.

Presa da un impeto di disperazione, essa scoppiò in singhiozzi, torcendosi le mani, battendo la testa sulla scrivania, gridando fra il pianto: Oh Dio.... egli ha tutto dimenticato.... Signore, Signore, egli ha potuto dimenticare.... Oh Dio mio, ha dimenticato, ha dimenticato....

Su la piccola scrivania, messa d'angolo, fra due finestre, vide, per la prima volta, in ricca cornice, la fotografia della signora Rabbi, in toeletta di ballo. Sussultò: un livido guizzo di gelosia per e per la mamma morta, le alterò l'anima. Ma fu un attimo. Ritornò tosto in pace con , con tutti! Poi che aveva dimenticato la soave compagna della sua giovinezza, la madre della sua unica figliuola, il suo pap

Entrato nello studio, Cantasirena andò a sedersi alla scrivania, cercò un foglio e lo distese sulla cartella, domandando al Laner che gli stava dinanzi immobile, muto: Quanti ne abbiamo oggi del mese? Non so, rispose l'altro colla voce alterata. Il direttore cercò la data sopra un giornale, poi cominciò a scrivere, e continuò a scrivere sereno, sorridente.

Tutte le stanze comunicavano tra di loro per porte di facciata l'una all'altra; dall'un uscio all'altro, in ogni stanza correva un tramezzo di legno più alto d'un uomo che ci faceva come un corridoio di passaggio, segregando il resto della sala, dove, sottratti alla vista di chi entrasse, stavano secondo lor grado ed ufficio, ciascuno ad una scrivania, i commessi della banca.

Lo trovò seduto alla scrivania, con la testa fra le mani: vedendo il letto non ancora disfatto e le molte carte strappate nel cestino, comprese che aveva passata la notte a scrivere ed a stracciare i suoi scritti. Se la cerimonia è per le sette, gli disse, senza dare a divedere d'essersi accorto di nulla, non abbiamo molto tempo da perdere. Sono pronto.

Parola Del Giorno

quell'autorevole

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