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Aggiornato: 25 giugno 2025


Un altro oggetto prezioso il giovine Arconti aveva messo insieme a' suoi libri prediletti. Era il suo album di fotografie, quell'album ove c'erano i ritratti de' suoi genitori, de' suoi amici, e ove c'era il ritratto di Lucilla, Lucilla nel fiore de' suoi sedici anni, con la testina leggermente piegata da un lato, cogli occhi scintillanti, con un sorriso malizioso sul labbro.

Un figlio del pittore, divenuto musico riputato molto, sedeva quella sera sul palco a dirigere i suonatori: e rammentando d'avere udito dal proprio padre le meraviglie dei due monarchi; guardava, suonando, i loro ritratti, come se aspettasse di vederli sorridere, cavar di sotto le corazze una pizzicata di monete d'oro, e chiedere a lui notizie del babbo che gli aveva dipinti, pover'uomo morto da lunga pezza.

Nel salotto tutto era nuovo, o rimesso a nuovo, ma il salotto non era poi altro che lo studio del direttore, col pianoforte al posto del tavolo da scrivere: il pianoforte aperto, colla musica dell'Ideale spiegata sul leggìo. C'era un profluvio di fiori maravigliosi; le pareti erano coperte di stoffe antiche e di trofei d'armi; e dapertutto ritratti; grande abbondanza di ritratti. Ritratti di personaggi importanti, ritratti di bellezze femminili; queste, per lo più, erano le scolare della ragazza. Il vecchio sof

Francesco! Oh! È andato via anche lui! Un po’ di disordine nei ninnoli e nei ritratti, e niente altro. È tanto stordita! Com’è possibile? Ella sapeva l’indirizzo di questa casa, perchè è qui che io ricevo le sue lettere d’affari. Ed è venuta qui per un convegno galante! Ah, è orribile, è orribile! Francesco Carlo Niente. Francesco Come niente? Hai una certa faccia.... Carlo

I ritratti, belli, somigliantissimi, in varie pose, rimanevano muti anch'essi, come di persona ignota, di cui potevo ammirare la purezza delle linee, l'espressione degli occhi e delle labbra, senza che mi producessero la più lieve tristezza di ricordi.

Sul tavolino un albo di ritratti, un grosso albo con coperta di tartaruga e fermagli dorati. L'albo ci era, ma non ci è più; ha mutato posto.... ora è sul tavolino di mezzo.... innanzi. Il suono del campanello interruppe il curioso inventario; Ernesta volse gli occhi all'uscio d'ingresso e Leonardo si tenne immobile nel vano della finestra.

Ricordo fra gli altri la storia di un cocchiere più volte arrestato per ferimento, furto e rivolta agli agenti a mano armata, e divenuto commissario. Appuntando il dito sopra varî ritratti il Governatore ripeteva con compiacenza le parole: Este era un picaro!... Questo era un farabutto con l'aria di dire: Che uomo abile che era costui!

Veramente ne trovai pochi a Paliano, appena una trentina di ritratti, intorno ai quali il guardiano non seppe darmi alcuna informazione. La sua testa era ancora più vuota, più disordinata del palazzo dei suoi padroni, e tutti i ricordi del passato erano completamente sfumati nella coscienza di questo essere moderno.

Oh! per me la è finita; son vecchio; tutti i miei ritratti e quelle teste di santi, sgorbiate in tanti anni, non m'han fatto un nome più famoso di quello del tabaccajo che sta qui sotto; ma n'ho cavato di che campare.... e poi tanto d'andar fino a Roma. Oh ! per me adesso, posso morir contento.... Le ho vedute anch'io quelle glorie dell'arte italiana, dell'arte nostra! e ho potuto contemplar la faccia di quei quadri che sono stati il sogno di tutta la mia vita. Ma tu sei giovine, Damiano; tu li vedrai a tempo, amico! e se il pellegrinaggio dell'artista a me tolse l'ultima speranza, a te dar

La Marfisa bizzarra, poema di aspetto scherzevole, non è che un quadro storico del costume corrotto, di ritratti naturali, di caratteri veramente de' nostri giorni, della mia patria infelice e un'allegorica predizione del di lei finale destino.

Parola Del Giorno

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