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Aggiornato: 29 luglio 2025
Passa la legione di Montevideo, e un altro esercito viene innanzi, più tumultuoso, più ardente, più italiano, che agita in alto la bandiera di Giuseppe Mazzini: la legione dei Vicentini, il battaglione dei Pavesi, le reliquie dei suoi commilitoni d'America, il fiore dei prodi delle Cinque giornate, uno stuolo di signori lombardi, uno sciame di nizzardi e di liguri, un'accolta di combattenti di tutti i Corpi franchi dell'alta Italia, in divisa di soldati e in panni di cittadini, chiusi in casacche strappate ai Croati, vestiti del costume italico con la giacca di velluto e il cappello piumato, armati di fucili e di sciabole d'ogni forma e di spiedi e di bastoni e di scuri: l'esercito dei volontari del '48 che passa e lo saluta d'un evviva frenetico, rammentandogli il primo sangue italiano sparso su terra italiana sotto le ali vittoriose del nome suo....
Quel prode generale era stato ferito a Calatafimi, e non ricordo se si trovasse in quel giorno a Caserta. Dispaccio di Farini a Bonaparte. E l'uomo, e le sue tombe, e l'estreme sembianze E le reliquie della terra e del ciel Travolge il tempo. De questi affari no ve ne mescé, Lasciè fa i frati, che l'e o seu mestè.
CAPPIO. Paggio, che fai che non porgi da bere? ALTILIA. Bevete, cor mio. GIACOMINO. Io non beverò mai, se voi non bevete prima e lasciate ch'io suchi quelle reliquie che son rimaste in quella parte del bicchiero ove han toccato le labra vostre, acciò con quelle io possa rinfrescar l'arsura dell'anima mia.
I cadaveri di Beatrice e di Lucrezia, e le miserande reliquie di don Giacomo rimasero esposti fino a ventuna ora a piè della statua colossale di San Paolo, inalzata a capo del ponte Santo Angiolo: quinci remossi, erano traslocati prima al Consolato dei Fiorentini, poi alla Misericordia.
Quel dì stesso, verso il tramonto, volle andare al campo santo, ove don Teodoro gli disse che l'avevano portata, quasi vent'anni prima. Ma non trovò la croce, non trovò la fossa; nè gli fu dato di poter piangere sulla terra che coperse le reliquie della sventurata da cui ebbe la vita e il dolore.
Il più vecchio dei due poteva anche pensare dell'altro; e di quell'altro che pensava gli si dipingeva una gran contentezza sul volto. In quella giornata della Troade, fra le scarse reliquie di una citt
Dopo il qual termine, essendo non senza cagione di Grecia il romano imperio in Gallia translatato, e alla imperiale altezza elevato Carlo magno, allora clementissimo re de' franceschi; piú fatiche passate, credo da divino spirito mosso, alla reedificazione della desolata cittá lo 'mperiale animo dirizzò; e da quegli medesimi che prima conditori n'erano stati, come che in picciol cerchio di mura la riducesse, in quanto poté, simile a Roma la fe' reedificare e abitare; raccogliendovi nondimeno dentro quelle poche reliquie, che si trovarono de' discendenti degli antichi scacciati.
Essi però non mancarono di vibrarsi reciprocamente uno sguardo d'intelligenza e massime l'ufficiale che avea qualche anni di più del suo giovine amico, dissimulò il sentimento d'amicizia e si ritirò nella sua stanza. E l'uomo e le sue tombe, E l'estreme sembianze e le reliquie. Della terra e del ciel travolge il tempo.
La coscienza mi avvertì che stavo per commettere un abuso di confidenza e il mio primo pensiero fu di raccogliere quelle reliquie e di rinchiuderle senza guardarle. Ma fidatevi degli artisti: essi sono avvezzi a coonestare, col pretesto di studiare il mondo, le più indiscrete curiosit
Si sale la gradinata e si entra nella chiesa. L'interno della chiesa è tristo e nudo; quattro enormi pilastri di granito bigio sostengono le vòlte dipinte a fresco da Luca Giordano; accanto all'altar maggiore, scolpito e dorato alla spagnuola, negli intercolonni di due oratori reali, si vedono due gruppi di statue di bronzo inginocchiate, colle mani giunte verso l'altare; a destra Carlo V, l'imperatrice Isabella e parecchie principesse; a sinistra Filippo II, colle sue mogli. Sopra la porta della chiesa, a trenta piedi dal suolo, in fondo alla navata maggiore, s'alza il coro, con due giri di seggiole d'ordine corintio, di semplice disegno. In un canto, vicino a una porta segreta, è la seggiola che occupava Filippo II. Egli riceveva da quella porta le lettere e le imbasciate importanti, senza che se n'avvedessero i preti che cantavano nel coro. Questa chiesa che, appetto all'intero edifizio, par piccina, è nullameno una delle più vaste chiese della Spagna; e benchè appaia così spoglia d'ornamenti, racchiude immensi tesori di marmi, d'ori, di reliquie, di quadri, che l'oscurit
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