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Aggiornato: 8 giugno 2025


Le persone ignote per quanto buone, cordiali, e se anche pagavano meglio delle altre, non le nominava mai. La signora Giuditta usciva così poco dal suo guscio che la vedevo di rado. Ma ogni tanto andavo a domandarne nuove. Un giorno, dopo un'assenza di parecchi mesi da Milano, entrai nella sua porta per salire a vederla. È morta, mi disse il portinaio. È morta di vaiuolo nero all'ospedale.

Ma a un tratto si fissò la mia attenzione Sovra d'un uom che fra tante persone Umil passava e dispregiato: un vecchio. La barba grigia avea lunga ed incolta, E come giunto a qualche passo estremo Stanchissimo pareva e quasi scemo, Qual chi non parla mai e rado ascolta.

Era a Venezia di rado, è vero, poi certamente ha creduto che io non avessi vegliato bene su sua sorella.... Lo compatisco.... Ah se avesse saputo quanto ho sofferto nel perdere quella fanciulla!... che amavo ed amo ancora come fosse mia figlia!... E la signora Lorini si mise a piangere. Marco si sentì commosso.

75 Contra la donna per giostrar si fece; ma prima salutolla, ed ella lui. Disse la donna: Se saper mi lece, ditemi in cortesia che siate vui. Di questo Ferraù le satisfece, ch'usò di rado di celarsi altrui. Ella soggiunse: Voi gi

«Ben dettoapprovò Manfredi «così è; di rado avviene che un forte braccio si unisca ad una trista mente: Cavaliere, in cortesia, io vi ricerco di un dono.» «Qual dono? Monsignore, parlate.» «Voi mi avete donato, che mi svelerete chi siete

Egli veniva di rado a visitar Gioconda e Folco. S'era accorto che la contessa era gelida con lui, e quantunque non trovasse la ragione di quel contegno, non intendeva chiederla, far capire che aveva capito; poi Folco era l'intero giorno occupato, ritornava a casa la sera stanchissimo; non si sapeva quale fosse l'ora meno inopportuna per una visita. Da ultimo, Ariberto pensava che alla contessa, orgogliosissima, sapeva male forse ch'egli, compagno di cene e di svaghi a Parigi, vedesse la sua povert

Gli accadeva, certe volte, di dover frenare un tremito quasi doloroso, quando serrava sullo stivaletto inglese della Duchessa la fibbia della staffa, o quando, dandole la briglia, le sua dita s'impigliavano fra quelle della signora. Certe volte, gli venivano delle strane idee; nella sua mente si combinavano certe insensate ipotesi. Se, per esempio, i loro cavalli, prendendo subitamente il morso fra i denti, fuggissero di conserva, e così a rompicollo li portassero lontano lontano.... in un sito d'onde non si potesse far ritorno...; se Mia s'impennasse, ed egli potesse salvare la Duchessa.... magari anche, morendo per lei!... Ma tutta queste vacue immaginazioni frullavano solo per un momento, e di rado, in quella testa di 22 anni, o meglio la sfioravano appena, e subito svanivano, di fronte alla logica semplicissima della realt

«Eh! a casa tua ci verrò di rado d'ora in poi; tua zia si è fatta capire che non le vado più a genio... «Mia zia...? Ma le sar

Quali sono gli altri abitatori attuali di questa casa? Un conciatore di pelli, un sarto che aggiusta e trasforma abiti frusti, un fruttajuolo ambulante, un beccamorti, un suonatore girovago, due o tre cialtroni oziosi, altrettante donne di vita problematica, e qualche vecchietta che fila o lavora di calze. A questa ciurmaglia appartengono dodici o quindici ragazzi d'ambo i sessi, creature mal nutrite, sucide, pezzenti, riottose, piene di audacia e di malizia. La maggior parte non vanno a scuola a bottega, ma birboneggiano il e la sera sulla Piazza Castello e nei dintorni. Uno di costoro, che ha appena nove anni, è il più tristo monello che si possa immaginare. Con una cassetta di zolfanelli sospesa al collo egli gira i caffè e le osterie, vendendo la sua mercanzia e domandando l'elemosina a chi gli pare di benevolo aspetto. Se l'occasione si presenta, egli trae leggermente un fazzoletto dalla tasca altrui. Non di rado si ferma con altri piccoli furfanti a trafficare il soldo al giuoco, e quasi sempre li spoglia dopo averli ingannati e battuti per giunta. Egli non rientra mai prima della mezzanotte, e guai a lui se non presenta a suo padre molti avanzi di sigari raccolti qua e l

Era costui un bel ragazzo laureato di fresco, sempre inappuntabile nelle sue camicie, come di rado sono i signori medici. Mezzo letterato, mezzo artista, amico dei giornalisti, quasi sempre innamorato d'una qualche contessa tisica, cercava tutte le occasioni per mettersi in vista. Quale occasione migliore d'un duello, che avrebbe fatto le spese dei discorsi di tutta la citt

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