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Aggiornato: 18 maggio 2025
Si giunse a Torino verso le undici, e appena scesi all'albergo egli ordinò la sua cena e disse di portargliela in camera. Ci stringemmo la mano ed egli mi disse: Vado a lavorare. Domattina avrete la vostra novella. Io dormii profondamente tutta la notte essendo stanchissimo, e mi risvegliai verso le nove. Subito corsi alla camera d'Arnoldo e ne trovai la porta spalancata. Dentro nessuno.
Ma a un tratto si fissò la mia attenzione Sovra d'un uom che fra tante persone Umil passava e dispregiato: un vecchio. La barba grigia avea lunga ed incolta, E come giunto a qualche passo estremo Stanchissimo pareva e quasi scemo, Qual chi non parla mai e rado ascolta.
14 aprile. Ho messo in ordine queste mie cose vecchie. Ho cambiato di posto a' miei manoscritti e a' miei libri letti nella malattia del 1874. Per far luogo.... a che? Spero ancora di scrivere? Oggi sono stanchissimo. Sono spossato dall'odio e perdono! Ma che scopo ha la mia vita? Due dì fa sono stato a Limbiate: oh primavera! oh primavera, come io ti sento! Vidi i fiori, i bambini, le rondini, le farfalle. O fanciulle, se sapeste come io mi tormento! Giù, l
Entra, Federico. Egli entrò. Sai che è tardi? Sono passate le nove.... Mi sono addormentato tardi, ed ero stanchissimo. Come stai? Così.... La mamma è levata. M'ha detto che Giuliana sta a bastanza bene. Vuoi che t'apra la finestra? È una mattinata stupenda. Spalancò la finestra. Un flutto d'aria fresca, inondò la stanza; le tende si gonfiarono come due vele; apparve nel vano l'azzurro. Vedi?
Molto male, perchè la testa mi arde ed ho perso il lume degli occhi. Che cos'hai? mi ha detto Filippo, quando è rientrato per l'ora di desinare. Sempre stanco? Stanchissimo. Ho voluto escire a prender aria, e non m'ha fatto bene. Ripòsati, che diamine! conchiude il signor Ferri, col suo piglio autorevole. La sera, si capisce, non esco di casa; lo lascio andar solo, dove gli pare.
Giunsero a Leucate assai per tempo, ma Sant'Aubert era stanchissimo, e volle passarvi la notte. La sera andò a passeggiare colla figlia per visitarne i contorni. Si scuopriva il lago di Leucate, il Mediterraneo, una parte del Rossiglione circondato dai Pirenei, ed una porzione molto considerevole della Linguadoca e delle sue fertilissime campagne. Le uve, gi
Egli veniva di rado a visitar Gioconda e Folco. S'era accorto che la contessa era gelida con lui, e quantunque non trovasse la ragione di quel contegno, non intendeva chiederla, nè far capire che aveva capito; poi Folco era l'intero giorno occupato, ritornava a casa la sera stanchissimo; non si sapeva quale fosse l'ora meno inopportuna per una visita. Da ultimo, Ariberto pensava che alla contessa, orgogliosissima, sapeva male forse ch'egli, compagno di cene e di svaghi a Parigi, vedesse la sua povert
Giuliana interruppe, guardandomi con un sorriso stanchissimo: M'ha ascoltato il cuore. E bene? io chiesi, volgendomi subito al vecchio. Mi parve di vedergli passare su la fronte un'ombra. È un cuore sanissimo rispose subito. Non ha bisogno che di sangue.... e di tranquillit
Ero lo stanchissimo viandante; venni a te, cappelletta sulla montagna, e, arso dal sole, cercai un'ombra.... Riposai all'ombra dei cipressi. Pegli. Hôtel Garcini. Oh, oh! perdoni, ma questo poi no! Marchesa, mi ascolti, e non rida, s'io dico: un po' di scetticismo! Lei si spaventa alla sola parola, ma, in pratica, quante volte Lei fu più scettica di me, che oggi voglio scherzare. Dunque? dicevamo?
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