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Queste parole inferocivano il vigore di quell'altro, il quale con una smania rabbiosa lo cingeva delle braccia convulse, strideva, chiamava il cielo, chiamava gli uomini, implorava piet

Nel ritirarsi dal proscenio per sfidare il pontefice romano che si avanza in mezzo ad una processione di coriste vestite da vergini, Attila esclama con voce rabbiosa: maledetti! c'era un becco di pollastro.... in quella gelatina.... Qualche vendetta.... so io.... di chi.... Della birra! datemi della birra!... No.... Non siamo più a tempo.... Accidenti alla musica ed al pubblico!

Il sangue, i nervi, le fibre, i tessuti, gli umori di quell'organismo saldo che si chiama il dottor Agenore, entrarono a tumulto; un momento di lotta acre e rabbiosa, poi tornò l'equilibrio; il sagrifizio era consumato: Agenore rinunciava ad Ernesta. Ridano gli sfaccendati del caffè e del circolo, io giuro a chi legge che in quel solenne momento il dottore Agenore era bello.

Una nebbia che forse non si è mai vista neanche a Londra. Brutta lotta, quasi nel buio. Giorno e notte... tatatatatata. Si sentivano le mitragliatrici da tutte le parti... Gli arditi gridavano: Messe! Messe! Messe! Di qua, signor maggiore! Fiamme nere, a me! Giù, giù, con le bombe! Poi, via! Al galoppo, nella nebbia... Mettete le maschere, le maschere! tutti, le maschere! No! no! Nooo! è nebbia. Ad un tratto la nebbia si squarcia. Presto qui, una mitragliatrice! Una mitrigliatriiiiice! E un ardito arriva portandola sulle spalle... Ecco ecco, signor maggiore! L'ardito ansimante si butta colla pancia nel fango, e sopra la sua schiena la macchina rabbiosa sobbalza sparando. Tttatatatata. Gira, gira, a ventaglio. Gli austriaci cadevano, ma che noia quella nebbia, e che paura di colpire i nostri! Ad un tratto il tenente De Giovanni, un colosso, appare su un cocuzzolo a destra. La nebbia era diminuita e si vedeva le pallottole delle mitragliatrici austriache che facevano la barba al cocuzzolo... Aaaaaaaa! Il tenente De Giovanni cade fulminato. Quattro arditi si slanciano per portarlo giù. Tre sono uccisi. Il terzo vicino a me sputa un groomf! e cade. Tre li rimpiazzano. In quell'istante il reparto del maggiore Messe era come ingabbiato in un doppio fuoco di artiglieria. Fuoco di sbarramento sulle prime linee, fuoco di sbarramento dietro di noi. Accidenti! siamo ingabbiati. Tutti gridano: Messe! Messe! Messe! Il maggiore è dappertutto. Corre, si slancia, rianima, controlla ogni faccia nella nebbia fitta. Grida: qui, qui la mitragliatrice, non l

Donna, l'onor de' i cui be' raggi ardenti m'infiamma 'l core e a ragionar m'invita, perchè sia nostra penna mal gradita, l'alto nostro sperar non si sgomenti. Rabbiosa invidia i velenosi denti adopra in noi mentre 'l mortal è in vita; ma sentirem sanarsi ogni ferita come diam luogo a le future genti.

Gli occhi a un tratto mi si offuscarono. Se invece di semplice polvere avessi avuto del piombo nel mio fucile, chi mi assicura che Pierino non avrebbe fatto uno sproposito? Rimasi più d'un quarto d'ora in una specie d'estasi rabbiosa, il tempo cioè che il tenente impiegò per trangugiare i due piatti freddi; quindi la compagnia entrò in sala, forse a prendere un caffè.

SIMBOLO. Non v'ho detto, padrone, che il vostro parlare arebbe cagionato qualche ruina? ch'essendo egli molto superbo punto avezzo a sopportar ingiurie, con che rabbiosa pacienza ascoltava; e con gli occhi lampeggianti di un subbito sdegno, ripieno di un feroce dolore, die' di mano al pugnale e se n'è gita su dove fará qualche scompiglio.

Io credo invece che i briganti assassini d'un racconto abbiano sempre qualche cosa dell'autore... che li ha messi al mondo. Per esempio: un'anima mite e serena non è capace, non solo d'inventare, ma nemmeno di copiare esattamente dal vero personaggi turbolenti e feroci; una mente fiera, esaltata, rabbiosa sarebbe capace di creare tipi delicati ed angelici.

Questi parea che contra me venisse con la test’ alta e con rabbiosa fame, che parea che l’aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte brame sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti gi

Ei non udìllo; come le statue Chiuse nel tempio pareva immobile, E la fisa pupilla Non mandava scintilla. Spesso la destra la cerea tavola Avvicinava; ma sulla tenue Veste che la copriva Non un verso scolpiva. E d'inusato pallor coprivansi D'Anacrëonte le tempia, e l'unghia Tormentava la lama Con rabbïosa brama.