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Aggiornato: 22 maggio 2025


È certo che ci voleva un grande sforzo d'immaginazione a trasformare il cappello a cilindro diritto, lungo, a tese strette, rosso, spelato, unto, contuso di Tobia coll'elmetto a piume di Uguccione; la giubba corta e i larghi calzoni di fustagno dell'organista colla corazza, i cosciali e le gambiere del guerriero, ma le vesti non sono che la scorza dell'uomo, ed io trovava sotto quelle spoglie miserande un magnifico Uguccione della Fagiuola, con un'anima piena d'ardori velenosi, e d'odio profondo pel partito avverso.

LAMPRIDIO. Non vedete che va cercando una pietra per trarvela? discostatevi, signor capitano, ché non v'uccida. Capitano, vorrei dirvi due parole da solo a solo. LAMPRIDIO. Guardatevi, signor capitano, ché come gli sarete vicino, vi strapperá il naso dal viso con i denti; e i morsi di pazzi son velenosi. Questi sono i guadagni che si fanno con i pazzi.

Pur troppo ve n'hanno di velenosi che rappresentano la essenza del male.

Sorella!... Sorella!... Tale era stata per lui. L'amor di sorella, il nome di sorella, erano le sole cose soavi al suo cuore. Tutti gli altri suoi amori erano stati perfidi e velenosi, non avevano lasciato neppure un solo ricordo buono; sdegno e nient'altro avanzava, di tanti amori: sdegno contro le perfide, sdegno contro stesso. Un tempo egli si era gloriato di queste sue passioni, se n'era insuperbito come di altrettante fortune. Ma, concepite nel male, esse portavano dentro il germe della distruzione; se null'altro n'era avanzato fuorchè putredine, se egli n'era rimasto ammorbato, ciò era il suo meritato castigo. Non volendo più commettere l'errore, sentendo risorgere il bisogno lungamente inappagato e represso d'un'intima comunione, non potendo più vivere solo, egli ritrovava in lei la sorella. Andarle incontro, dirle con viva voce la gioia che ella gli dava, era stato il suo primo impulso; ma non l'aveva obbedito. L'esagitazione dell'anima era ancora tanto violenta, e alla solitudine sua veniva tanta consolazione dall'assiduo pensiero di lei, che egli volle e potè aspettare. Geloso di stesso, quasi pauroso di menomare il proprio sentimento indagandolo, era vissuto in una beatitudine secreta della quale obliava quasi l'origine. Come al destarsi di lieti sogni, come quando latenti e ignote energie eccitano e moltiplicano i sensi della vita, egli trovava in tutte le cose una nuova virtù. Un giorno finalmente le scrisse. Alla sensitiva creatura, al proprio sentimento secreto, la troppo vivace espressione vocale non conveniva. E scrivendole egli contenne l'impeto delle passioni: tacque la speranza, moderò la gioia, disse soltanto pienamente la gratitudine. Ella rispose. Gli parlò della sorella morta. Quali altri ricordi avrebbero potuto mai cancellare dalla memoria di lui le parole fraterne? «Io certamente conobbi ed amai vostra sorella. Quando mi parlaste di lei, quando mi diceste le preziose e care doti della sua persona e del suo cuore, sentii che ella fu il desiderio della mia gioventù, la sorella che mai non potei consolarmi di non trovare al mio fianco nelle ore della gioia e della tristezza. Quando mi narraste lo strazio della sua morte mi parve come se tanta bellezza e tanta bont

Donna, l'onor de' i cui be' raggi ardenti m'infiamma 'l core e a ragionar m'invita, perchè sia nostra penna mal gradita, l'alto nostro sperar non si sgomenti. Rabbiosa invidia i velenosi denti adopra in noi mentre 'l mortal è in vita; ma sentirem sanarsi ogni ferita come diam luogo a le future genti.

Poi si scuoteva, indovinando d'essere troppo cattivo, e la carezzava leggermente perchè non si rotolasse più sul tappeto come avesse mangiato funghi velenosi. Io, vedi, le disse un giorno, non sono fatto per essere adorato.... Quando mi dici che mi adori, mi sembra di diventar d'avorio giallo, come un piccolo idolo, con la pancia solcata di grinze. Ne ho visto uno, non so più dove....

Come indovinare che è l'amor vero, se nasce per , come l'altro? interruppe il padre Anacleto. C'è della gente che lo conosce, come si conoscono i funghi mangerecci dai velenosi; rispose il monachino, ridendo. A buon conto, i velenosi risplendono di più; mettono in mostra i più vivi colori. Vogliono sedurre, i bugiardi!

Troppo spesso Cormenin nei suoi libelli velenosi aveva gridato per scherno alla monarchia di luglio: «la repubblica è morta davvero!

Erano aromi che venivano dai cespi immersi nell'ombra come in un mistero; dardi velenosi che ciascun fiore vibrava; parole di volutt

Essi vivono nei siti uggiosi e nel fango come i funghi velenosi; e sono veramente i funghi sociali.

Parola Del Giorno

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