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Aggiornato: 24 giugno 2025
Le cure dell'arte indarno furono poste in opera, invano si accolsero labili speranze, chè non vi avea rimedio alla piaga fatale. Fuggiva alla misera col sangue la vita, che sentiva ognor più venirsi meno: e il celeste suo spirito dolente di abbandonare il leggiadro velo con cui fu pellegrino in questo mortale viaggio, pareva ora fuggire dalle annebbiate pupille di Bianca, ora riedere ad esse non gi
A la fanciulla Su le stanche pupille il sonno scese, E sovr'esso a la terra arida e brulla Le strenue membra il Pellegrin distese. Gli aleggiò intorno un sopor dolce, e nulla Per lo pian solitario o vide o intese; Ma al dileguar de le notturne larve Novo prodigio in su 'l mattin gli apparve.
Sia breve la fronte e piana, anzi un tal poco leonina, profilato il naso, breve lo spazio che intercede da questo alla bocca, rotondo il mento, e possa la dea sorridere spesso, per mostrare la sua fresca conchiglia di perle, o atteggiarsi a tristezza, perchè abbiano risalto le ciglia lunghe, morbidamente ricadenti sulle pupille del colore dell'indaco; è questo l'essenziale, e il miracolo della bellezza è compiuto.
tornan d'i nostri visi le postille debili si`, che perla in bianca fronte non vien men forte a le nostre pupille; tali vid'io piu` facce a parlar pronte; per ch'io dentro a l'error contrario corsi a quel ch'accese amor tra l'omo e 'l fonte. Subito si` com'io di lor m'accorsi, quelle stimando specchiati sembianti, per veder di cui fosser, li occhi torsi;
Le sue pupille apparvero vitree e senza luce. Siamo nemici e vi parlo da nemico. I tre soldati, solleciti dei fagiuoli, rientrarono con un fastello di legna. Ghio, trapassando dall'ira alla calma, con mite favella disse: Ma, figliuoli miei, lasciatemi in pace; andate. E leggermente spingendoli accompagnolli alla porta.
Nondimeno, essa vedeva quella figura scomposta, que' segni precursori di morte, quegli occhi infossati, e sempre fissi in lei, quelle pupille pesanti e preste a chiudersi: avea il cuore lacerato, e non poteva esprimersi. Ei volle darle ancora una volta la benedizione. «Dove sei, cara mia?» disse egli allungando debolmente le mani verso di lei.
Mentre Orsola s'accostava alle acque inoltrandosi alcun poco pel lido onde spiare se fosse lontano il battello, Rina e Gabriele rimasero soli vicini, e i loro sguardi s'incontrarono e si sostennero fisi, dimentichi nel contemplarsi d'ogni cosa creata, sinchè l'eccesso del sentire li costrinse entrambi a divergere le pupille: la fanciulla abbassandole al suolo, e Gabriele alzandole all'eterea volta ver' la regina della notte, ripetendo più fervido colla mente il voto da lui fatto sul baluardo del Forte d'aver Rina o morire. Una potenza irresistibile però ricondusse a poco a poco lo sguardo di questo ardente amatore al volto dell'adorata giovinetta, e quale non fu il suo affanno e la sorpresa veggendola immobile in un mesto atteggiamento col capo inclinato e le guancie rigate di pianto! non seppe resistere a tal vista Gabriele, e piegandosi verso di lei, serrandole una mano con ambedue le proprie: "Che miro mai! pronunciò con agitata e repressa voce: Voi piangete? voi vi mostrate afflitta, addolorata? per piet
Distoglierne le pupille.... tant'è: il calore che gli sferzerebbe la fronte risusciterebbe nelle sue tenebre la luce. "Così io potrei rinunziare a voi, e non vedervi, e non parlarvi; ma non potrei rinunziare alla memoria di voi; non potrei rinunziare al mio amore, a questo amore che è cosa mia, perchè io l'ho nutrito nel mio seno e mi d
E dire che non l'ho mai udita, non l'ho mai udita! singhiozzò. Le labbra di Nancy rimasero chiuse. Il suo cuore era chiuso. Non parlò. Aldo fissò in lei le inondate pupille, e avrebbe voluto che anche lei piangesse. Non mi perdoni? non mi perdoni? singhiozzò. Nancy col capo fece cenno di sì. Ma non vuoi più che si torni insieme? Non potremo mai più essere felici tutt'e tre? No, disse Nancy.
Ella intanto dal suo letto che era intrecciato di tronchi rami, volgeva a lui le pupille affievolite, e come fu posta al suolo muovea dal fioco labbro questi accenti: Ahi padre infelice, orbato padre! ecco quale a voi ritorna la sfortunata figlia vostra, ecco quai nozze mi preparava il cielo... Egli correva a soccorrere alla rapita amica, a trarmi dal periglio, ei volea restituirmi al vostro amplesso paterno, misero! ei trovò sul mio petto la morte... Così si spense ogni mia speranza, si troncò il filo cui era affidata la mia vita... Sì, padre amoroso e infelice, io lo raggiungerò e in breve: sia per me un sollievo, un fine ancor dolce a tanti guai il morire...
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