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Aggiornato: 24 luglio 2025
Tanta luce ti splende ne le chiare Pupille e tanta dignit
Senza soffrire... Senza soffrire. No! Che orrore!... Via! Via! Via!... Via! Nelle orbite enormi e cupe, le pupille sono come cristallizzate e il bulbo biancheggia d'un biancore gelido.
Ah! la morte... mormorò Beatrice, e la funesta parola passando per le labbra vermiglie, le ghiacciò, le imbianchì; subito dopo il freddo sudore le cosperse la fronte, raccapricciò per tutte le membra, e i sopraccigli declinando gravi le adombrarono le pupille smarrite.
«Tecla, vuoi essere sposa di Giuliano? chiese don Marco, brillando nelle pupille d'una gioia divina, alla giovinetta rimasta lì quasi trasfigurata. Essa chinò gli occhi e all'atto della persona e al rossore di cui si tinse, parve rispondere: «ecco, o Giuliano, la vostra ancella.»
Nora si tirò in fondo, proprio in un canto, dentro il vano della finestra, e chiamò lì con un invito degli occhi e con un cenno del capo anche il Casalbara: lo fissò colle pupille lucenti, e gli parlò, vicino vicino, a voce sommessa, perchè la Schönfeld, caso mai ascoltasse dietro l'uscio, non potesse sentir niente. .... Finalmente!... Era lui!... lo rivedeva.... Era lì.... Gli poteva parlare!
Rosso, di bragia, colle pupille fisse, sbarrate, il piccolo grand'uomo non lo guardò nemmeno. Girava impettito, attorno alla stanza, sventolandosi col fazzoletto, accomodandosi il solino molle di sudore. Sentiva crescere la propria importanza, quanto maggiore era l'abbattimento di quell'altro.
Io ben sentivo il languore di due grandi pupille nere che sempre più si venivano scostando da un fine libro e si posavano, quasi avvolgendomi, sulla mia giovinezza lagrimante. Alla fine udii una voce pietosa e quasi materna che mi rivolse queste parole: Perchè piange, se è lecito domandare?
Ella non vide più nulla: un velo grigio s'era steso dinanzi alle sue pupille: subitamente, come se tutto il suo sangue avesse cessato di scorrere, ella si sentì irrigidita, coi nervi paralizzati, fissi gli occhi estatici negli occhi deliranti di quell'uomo che la teneva in sua balìa, vinta, incapace di sprigionare più una parola od un grido dalle labbra frementi, ch'egli premeva ormai in un lungo ardentissimo bacio....
Ci favellò non più come in Orebbe Con formidabil, mistica favella, Ma qual mortal che della donna crebbe Alla mammella. E quella Madre ch'egli amò cotanto Diede alle donne qual modello e amica, Qual Madre a ognun ch'a lei con dolor santo Sue pene dica. Le nostre pene, ah sì! dalle Taurine Sponde alla Madre del Signor dicemmo, E le pupille sue sovra noi chine Brillar vedemmo.
Ben s'era imaginato che andassero nella casa della signora Teresa, e ne sentiva dispetto, anzi rabbia, dolore; voleva persuadersi che la era una sua fantasia; ma una voce interiore gli suggeriva che ci doveva essere qualche mistero, che ci covava alcun chè di sinistro: ristette immobile come un piuolo, e le sue pupille non si distolsero più da quella porta e da quella carrozza.
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