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Ella si levò a mezzodì e passò nel suo boudoir. Era quivi che la prendeva la sua colazione, prima di ricevere la scossa elettrica. Ella mangiò quel mattino senza appetito, a causa della notte passata nell'insonnia. Sarah trovolla più pallida, gli occhi velati, le orbite offuscate e più incavate. La non disse nulla, però, per non attristarla.

Ma perchè innalza i torbidi occhi fissi fino a me?... Sono vuoti; e pur s’asconde non so che fiamma in quelle orbite fonde, non so che viva, intenta ombra d’abissi. Mi guarda: vede.

Gli occhi volevano schizzare dalle orbite, i denti battevano, il palpito de' due cuori era febbrile e violento, un tremito di convulso livore correva loro attraverso la persona: il delirio della tenzone riusciva al suo colmo, e però fu giocoforza finissero.

Fosse la bella forestiera?... No, Era il sagrestano della parrocchia, che affannato, coi cappelli irti, cogli occhi fuor dalle orbite, veniva ad irrompere nell'anticamera. Che disgrazia! che orrore! chi avrebbe immaginato!... Calmatevi, Batacchio... Cos'è accaduto? domandò il coadiutore impallidendo. Cos'è accaduto!... Lei mi domanda cos'è accaduto? Ma dov'è il signor parroco? Presto!

Alle pareti del carname che io percorreva una massa di creature umane incatenate per il collo, alla cintola e per ambe le braccia penzolavano, la maggior parte cadaveri più o meno imputriditi. Un solo era vivo ed era questo un giovane che conservava gli avanzi di bellissime forme. Era divenuto un fantasma e spalancava verso me due occhi nerissimi che sembravano voler saltare dalle loro orbite.

Senza soffrire... Senza soffrire. No! Che orrore!... Via! Via! Via!... Via! Nelle orbite enormi e cupe, le pupille sono come cristallizzate e il bulbo biancheggia d'un biancore gelido.

La donna che ho tradito per salvarti si chiama Fathma! Un grido selvaggio soffocò l'ultima sua parola. Il greco fuori di , pallido di rabbia, di dolore, di disperazione, colla spuma alle labbra, gli occhi schizzanti fuor dalle orbite, era piombato addosso alla parete come fosse stato fulminato. Perduta!... perduta! ruggì egli. El-Mactud, spaventato, si precipitò verso di lui per sostenerlo.

I capelli tosati corti si rizzavano ostinatamente in tutti i sensi, segno di pertinacia senza riflessione. E' non aveva il famoso naso borbonico, indizio di razza come il famoso labbro austriaco degli Absburgo. Regolare alla punta, quel naso reale si conficcava bruscamente fra le due orbite e lasciava un cavo tra le due sopraciglie.

Il giovine Ceretti, colto in quel modo alla tagliuola, si diede, come gli consentiva la stretta dell'ignoto, a gridare: Tradimento! tradimento! E mentre gridava, si faceva pavonazzo nel volto: gli occhi pareano volergli schizzare dalle orbite sanguigne, e le braccia gli si dimenavano pazzamente in aria come quelle di un antico telegrafo. Lasciatemi andare! disse allora con voce più supplichevole.

La Cecchina aveva cinquantasei anni, ma ne dimostrava almeno dieci di più. Aveva pochi capelli, quasi tutti bianchi, gli occhi infossati nelle orbite, e due solchi alle tempia, che facevano pensare ai crani umani allineati negli ossari; le guance erano due cavit