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Aggiornato: 24 ottobre 2025
L'aspettazione delusa, pur troppo avea lasciato nell'animo della Ginevra un vôto, una desolazione indicibile. Quando infatti si fu ridotta alle proprie stanze, e si trovò sola, un tal rammarico la percosse, una tetraggine così profonda le si mise nell'animo, che non potè trattenere le lagrime e pianse per molte ore in segreto.
La povera Cecchina pianse amaramente la perdita della sua mamma; ed il carrettiere riformò il suo programma, e pensò di andar a vivere col suocero il quale, oltre a mantenergli la moglie ed i figlioli, gli avrebbe lasciato metter mano nella cassetta del banco.
ne' valse udir che la trovo` sicura con Amiclate, al suon de la sua voce, colui ch'a tutto 'l mondo fe' paura; ne' valse esser costante ne' feroce, si` che, dove Maria rimase giuso, ella con Cristo pianse in su la croce. Ma perch'io non proceda troppo chiuso, Francesco e Poverta` per questi amanti prendi oramai nel mio parlar diffuso.
Ella sospirò, pianse: erano stranezze pur troppo solite in lui: ma ella non vi si era mai incallita. Ramengo salì in barca, allargossi, poi presa di nuovo la spiaggia e tornato, si appiattò dietro una macchia donde potesse, non visto, vedere la rôcca: ed ecco fra non molto, sciorinarsi il pannolino sul concertato balcone.
Ella nascose il volto fra le mani, si rovesciò all'indietro e pianse. Omar, che non riusciva a frenare egli pure le lagrime, la risollevò. Padrona, non disperarti così, non piangere. Tutto non è terminato ancora, diss'egli. Lo ritroveremo, te lo giuro, e più presto di quello che tu credi. Perchè illudermi, Omar? Non spero più; tutto è irremissibilmente perduto, tutto! tutto!
Pochi si dolsero per lui, perchè ognuno aveva a rallegrarsi di sè stesso; nè lo pianse la moglie. Costei, l'aspettò una settimana giusta; e quando le parve d'avere aspettato invano, sedendo al telaio e pigiando le calcole, cantò una sua frottola con questo ritornello strano: E se non torna il cuculo in aprile, È morto è morto, il povero animale.
né valse udir che la trovò sicura con Amiclate, al suon de la sua voce, colui ch’a tutto ’l mondo fé paura; né valse esser costante né feroce, sì che, dove Maria rimase giuso, ella con Cristo pianse in su la croce. Ma perch’ io non proceda troppo chiuso, Francesco e Povert
Ti ridurrai vecchiaccia ricusata, abborrita, ridicola e muffata. Scrive Turpin che a questa volta sola pianse Marfisa assai dirottamente. Abbracciando Ermellina, la parola non potea sciôr pel singhiozzar frequente. Poi disse alfine: Amica, la tua scola non voglio disprezzar, sarò prudente; ma dell'abbandonare il mio guascone io non ho cor per tal risoluzione. Caro colui!
Era la prima volta ch'egli la chiamava col suo nome. Ella si coprì la faccia e pianse. Egli non tentò di consolarla. Dopo qualche tempo le disse: Siediti. Ed ella sedette sull'erba e continuò a piangere. Mi ami dunque tanto? chiese egli. Perdutamente, disse lei, alzando a lui i miti occhi inondati di lagrime. Egli le sedette accanto. E sai che io ti amo più della mia vita? disse.
Non era più la Regina di cui il nome di fiore era scritto nel vecchio diario di Nancy. Era una Regina quasi fanciulla, con immensi e risplendenti occhi bruni. E il giovinetto di cui l'effigie, chiusa in un medaglione, posava da tanti anni sul cuore di Nancy, era Re. La Regina abbracciò Anne-Marie; e rise quando Anne-Marie parlava, e pianse quando Anne-Marie suonò.
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