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Aggiornato: 11 maggio 2025


Nora si abbandonò, si lasciò cadere sopra un tronco di colonna rovesciata, presso l'Ercole immenso, biancheggiante nel buio come un fantasma, e scoppiò in lacrime e continuò a piangere, a piangere.... commovendosi a quella musica lontana, triste e così soave, così piena di mistero, di amore, di dolore. Siediti qui.... siediti vicino a me.... L'altro le sedette accanto.

Ma insomma, tra voi due ci furono delle spiegazioni? Una scenata? No.... non so, non so, ti dico che non so. Se è che non vuoi dire.... Ma no.... siediti.... Siedono. Lasciami raccogliere le idee.... È la prima volta in mia vita che mi sento sbalordita.... E che ne ho veduto di quelle.... Mi sembra d'impazzire.

Siediti un pochino qui! fece il dottore, coi nervi irritati dal vederla sempre in piedi. Così!... Si sta bene, soli, vicini, seduti accanto al fuoco... Se tu avessi voluto!... S'interruppe riflettendo quanto Maria avrebbe sofferto nel separarsi da lui, se avesse dato retta a quel capriccio. Ma era veramente un capriccio? Non poteva esser altro.

Era la prima volta ch'egli la chiamava col suo nome. Ella si coprì la faccia e pianse. Egli non tentò di consolarla. Dopo qualche tempo le disse: Siediti. Ed ella sedette sull'erba e continuò a piangere. Mi ami dunque tanto? chiese egli. Perdutamente, disse lei, alzando a lui i miti occhi inondati di lagrime. Egli le sedette accanto. E sai che io ti amo più della mia vita? disse.

di rifugio!...» E col lacero mantello uno l’avvolse, e arrise al suo bambino: uno le disse: «Siediti vicino al focolare

Ella andò ancora verso la finestra; si appoggiò al davanzale, volgendo le spalle alla luce. Io dissi: Hai qualche cosa da fare? Vuoi che me ne vada? No, no. Resta pure. Siediti. Raccontami la tua passeggiata di stamani. Fin dove sei giunto?

Siediti qui, sulle mie ginocchia; disse il cieco, lascia ch'io ti veda bene ed accarezzando colle mani la fronte, i capelli, le guance, gli occhi della leggiadra creatura, andava ripetendo con una specie d'entusiasmo melanconico: come sei bella! Come sei bella!

No, dissi. Siediti. Laura Uglio non viene in casa tua? No. Per che cosa? Perchè c'è stato fra te e lei?... che sciocchezze! esclamò Ettore, stirandosi e sorridendo d'un pessimo sorriso. Acqua passata non macina più. Vien pure in casa dei tuoi suoceri, Laura. Appunto. Ed è per questo, anzi.... , , capisco, osservò Ettore, alzandosi con un movimento rapido.

Hai detto bene. Siediti dunque e con lei parla: è tua. Ariele, o gentil servo Ariele! Entra ARIELE invisibile. Che vuoi, potente mio signor? Son qui.

Ti coglierò qualche ramo di lilla, un mazzo di rose muscate. Vuoi? No. Lascia stare i fiori.... Vieni qui. Siediti, intanto. Forse Federico tarder

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