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Aggiornato: 24 ottobre 2025


Egli viaggiò. Vide altre terre, altri uomini, sperando disperdere il suo dolore lungo le vie del mondo; ma nulla valse a placarlo. Dinanzi alla tomba della sorella, a Nizza, pianse d'un pianto cocente che non fu lenimento, ma fuoco nuovo. Sul lago non era più tornato. Una mortale paura l'occupava al pensiero di rivedere i soli luoghi dove potesse dire di avere realmente vissuto.

Pianse, pianse senza ritegno: il cuore le scoppiava a tutte quelle rimembranze della sua infanzia, de' suoi vecchi, dell'amico fedele. Quando si alzò, si vide nel grande specchio, che aveva dinanzi.

Pochi momenti di poi, la signora Teresa rivedeva i suoi due figliuoli: essa non potè dir loro molte parole, ma pianse di consolazione. E i suoi occhi pieni di lagrime andavan cercando la Stella, che le mancava. Povera madre! Ella non sapeva che destino sovrastasse in quell'ora alla sua fanciulla. Capitolo Decimonono

E nel mentre la navicella ad ogni istante si faceva vieppiù indistinta e confusa, la giovinetta ritta nel vano del balcone teneva fisso lo sguardo sull'adorato Polo suo!... allorchè il burchio fu scomparso, Eloisa si ritrasse precipitosa e pianse!

Se egli fosse sopravvissuto al marchese di Priamar se fosse tornato a lei, finalmente libera, chi sa?... Ma, vivi ambedue, il lontano si affacciava alla sua mente come la memoria d'un fallo; e quando il lontano morì, non lo pianse; pregò per lui, e le parve un conto saldato. vogliano reputarla cattiva i lettori; umana soltanto, nel senso che Terenzio ha dato al vocabolo, nient'altro che umana.

Alberto le disse questa cosa naturalmente, soggiungendo che a quasi tutti gli uomini succede così, non sospettando neppure la profonda impressione che tali parole avrebbero fatto su Marta. Ella ne pianse di dolore e di vergogna. Ragionando poi nella sua mente, le parve di dover attribuire a quella remota causa la differenza di sentire che esisteva fra lei e suo marito.

Ebbene, Elenka è morta. Fu uccisa dai ribelli a Kassegh! Il greco divenne spaventosamente pallido; un urlo gli lacerò il petto. Morta! Morta!... ripetè egli con voce rotta, e quell'uomo dall'animo così fiero, così forte, nascose il volto fra le mani e pianse come un fanciullo. CAPITOLO IX. La zeribak dei prigionieri.

Dopo la colazione nuziale tutti gli invitati si accommiatarono, e si avviarono alle loro carrozze, passando gaiamente sul tappeto scarlatto steso sulla scalinata, dal portone fino all'orlo del marciapiede. Poi Nancy, nell'abito da viaggio grigio-sorcio, abbracciò Valeria e pianse, dicendole addio. E abbracciò Nino e pianse, dicendogli addio.

Ella si gettò nelle sue braccia, pianse dirottamente, ed il dolore la rendeva talmente insensibile a' suoi discorsi, ch'egli cessò di parlare, non potendo che intenerirsi e mescolare le proprie lacrime a quelle della fanciulla.

E pianse, nel partir, tanto che fu maraviglia, temendo ch'egli non si scordasse di lei. Il qual, subito, ne riprese un'altra, come se la prima mai non avesse veduta. FLAMMINIO. Io dico che costui non può esser cavaliere; anzi, è un traditore. CLEMENZIA. Ascolta: c'è peggio.

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