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Aggiornato: 3 giugno 2025


È, oltre a questo, «aspra» per le spine, per li triboli e per gli stecchi, cioè per le punture de' peccati, li quali, continuamente dai morsi della coscienza infestati, dolorosamente pungono il peccatore.

28 Fatto disegno l'ippogrifo torsi, la sella sua, ch'appresso avea, gli messe; e gli fece, levando da più morsi una cosa ed un'altra, un che lo resse; che dei destrier ch'in fuga erano corsi, quivi attaccate eran le briglie spesse. Ora un pensier di Rabicano solo lo fa tardar che non si leva a volo.

Tal suonava il responso. Impallidîro Donne e poeti, e si guardar negli occhi Irrequieti, silenti. Arse di sdegno L'altera alma d'Egeria; arse pur ella La florivola Bice, a cui la punta De la mal tollerata ira risveglia Le isteriche trambasce e invola i sensi; Arser su tutte inviperite e fiere Antigone e Sofia, coppia gemella D'emancipate amazzoni. Ribolle Ne le lor vene il maschio sangue; in fronte De l'audace Stranier figgon gli sguardi Sinistramente; e certo avrían quel giorno D'un gran fatto illustrato il nome oscuro, Ove Olimpio non era: ei le contenne Subitamente, e con gentile e ardito Piglio di paladino: A me si addice La vendetta, esclamò. Volse lo sguardo, Così dicendo al Pellegrin, che muto Fra cotanto armeggiar d'ire e di accenti Del suo fiero sermon godeasi il frutto. Poi replicò: Lo spirto e la parola De l'Alighier qui non si udì: mentite Voci dal labbro di costui dettava La rea calunnia ed il livor codardo! Balzò a quel dir l'Eroe. Pari a ringhioso Stuol di mastini, che, a un rumor lontano Desti tutti in un punto a la tard'ora, Uggiolando prorompono a la siepe Del custodito pecoril: l'un l'altro S'aízzano co'l grido, e, a lo sbarrato Limitare avventandosi co' morsi, Raspano il suol rabbiosamente; allora Ch'odono del pastor la voce e il passo Si ramansano a un tratto; penzoloni Gittan la coda, spianano le orecchie, E muti, muti acquattansi; in tal guisa Al sorger de l'Eroe tacque l'impronto Bisbigliar degli astanti; e con furtivo Pavido sguardo e con moto conforme I suoi sguardi, i suoi moti ognun seguía. Ei favellò: Qual che tu sii, al certo D'infamia o loda il nome tuo fia degno, Stolte parole or proferisti. Hai vôta Alma e cervel gonfio di fiabe, ed altro Che inutil fiato il labbro tuo non mette. Di mutue lodi, e di vulgari incensi Pago tu vivi, e teco il gregge: ingrato Però il vero a te suona, a te che l'arte E la natura e te stesso mentisci! Non si contenne a tal parlar superbo L'offesa alma d'Olimpio, e: Il nome mio, Gridò, il saprai, ma con la spada in pugno, S'hai fermo il core, e cavalier tu sei! Disse, e come a la cheta ora del vespro, Se a' bruni aranci del giardin, da cui Pendon purpurei ed odorati i pomi, Cantarellando una canzon t'appressi, Odi tosto un frusciar d'ali e un pispiglio Di furbi passerelli a fuggir lesti; Così d'Olimpio al favellar si sveglia Sordo intorno un susurro: e chi gli audaci Sensi condanna; chi l'ardir ne loda; Chi la gagliarda valentía n'esalta; E ognun gode in cor suo, che il novo evento Nova materia a favellar gli appresti. Tu sola dal profondo animo gemi, O dïafana Bice, e a lui d'intorno Trepidante ti serri, e invan ti adopri Dal destinato petto a svolger l'ira. In sua tranquilla maest

Pigliando dunque i cavalli per i morsi invitò la comitiva a rimontare in carrozza e mettendosi egli stesso al posto del cocchiere, s'incamminò velocemente verso la marina secondo i voti dei viaggiatori. Giunti alla spiaggia, l'aria balsamica del Mediterraneo sembrò ravvivare i nostri stanchi amici, e l'effetto apparve sorprendente sulla bella Giulia.

arei pensato mai che la vostra venuta fosse stata accompagnata da tanta amaritudine. CONSTANZA. Figlio, non mi trafissero mai tanto i morsi della servitú, quanto or mi trafiggono i vostri dispiaceri.

Così, non solamente avrebbero essi immolate quelle vittime, ma le avrebbero insultate e vilipese, presentandole al cospetto del mondo siccome colpevoli morsi dal pungolo della coscienza, e maledicenti il loro passato, siccome codardi che genuflessi implorano il perdono dai loro carnefici. Che i gesuiti abbiano raggiunto questo scopo meglio del primo, hanno voluto farlo credere essi medesimi.

Io non mi arrenderò mai, disse Rosen, dovessi combattere a morsi; e tentò di slacciarsi una mano per menargli un colpo alla guancia, ma era impossibile.

Che si fa a morsi, eh? Vien qua, piacevolone, ch'ella è appunto una burla quella che ti propongo. I ducati, di che io ti diceva, gi

Voi voleste mietere, e non seminaste; voi non piantaste, e voleste raccogliere. E quando avreste seminato e piantato, avreste eziandio dovuto sapere che altra è la stagione del seminare, ed altra quella del mietere: che alla primavera non si domandano i frutti dello autunno, allo autunno i fiori della primavera; che i frutti bisogna, prima di coglierli, lasciare al sole perchè maturino; e colti anzi tempo guastano la pianta, e morsi allegano i denti. Io parlo a voi, che vi chiamate amici della libert

D'estate, nelle ore in cui il sole percuoteva la montagna, seduta a testa nuda sul suo picco, si tuffava in un bagno di raggi, piacendosi a sentire i morsi del calore, resistendovi con una sensazione di dilatamento nella pelle, immedesimazione, quasi, che somigliava ad una conquista. Calma e semplice era Maria. Ella viveva in uno stato continuo di tenerezza e di pace profonda.

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