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Aggiornato: 22 ottobre 2025


Bastiano stava attento a schivare gli Hôtel, e pregava Paolina di cercare cogli occhi la Trattoria Americana, dove si mangia bene, il sonno ciascuno se lo porta, si paga poco e si sta senza soggezione; ma in quel punto un signore, un vero gentiluomo, pulito e cortese come un buon padre di famiglia, gli tolse la valigia di mano. Americana? Americana? domandò Bastiano. Oui, par ici, monsieur.

N'en parlons plus donc; j'haïs toute sorte de melancolie: mais pourquoi vous ne dansez pas? Puis-je avoir l'honneur de vous guider a la galope? Je ne puis me refuser, quoique assez fatiguée. On joue la polka. -Eh bien, tant mieux! la polka est plus charmante; je viens de danser avec monsieur le baron Jolaky, le marquis Bell'Isle, lord....

Giacomo e gli altri parlavano proprio di cavalli. Figurarsi! Erano due cavallerizzi del Circo Stanislao. Ma niente sottanino corto; «amazzone» e «alta scuola». Madamigella e monsieur Richard erano ricchi proprietari di una scuderia in Inghilterra, artisti per passione; l'ippodromo era uno sport.

Oh, che peccato! esclamò la signorina sinceramente. Di questi non so che farne!... Li ho trovati dalla mamma, cercando in mezzo ai suoi libri. Era solo il Monsieur de Camors che desideravo!... Che peccato! E distratta e mortificata, si pose a tagliuzzare le carte sbadatamente, con una stecca d'argento a cesello, che avrebbe potuto pagare, essa sola, tutti i debiti del Frascolini.

Si accomodi, prego esclamò il giovane Trebeschi alzandosi e inchinandosi con perfetta galanteria. Si alzò quasi subito anche il signor Daniele, ma per la confusione il cappello gli scivolò di mano e andò a cadere sotto il tavolino. Merci, monsieur. Il giovanotto fece un gran saluto col berrettino stendendo il braccio all'inglese, e la signora, Merci, messieurs si accomodò fra Giacomo e Daniele.

La contessa era commossa. Avrebbe dovuto capir subito che la sua amica Eleonora prendeva quella corte troppo sul serio; avrebbe dovuto aprirle gli occhi e chiudere la porta a monsieur le duc, senza tanti complimenti. Ormai era troppo tardi e la Schönfeld tornò a sospirare: Pauvre petite! era in uno stato da far piet

L'armistizio non è firmato. Ho l'ordine di farvi tutti prigionieri. Interviene il maggiore, grassoccio, gesti melliflui, fronte bassa, viso porcino. Je vous prie, monsieur le lieutenent.

Che cosa si può fare? On divorce! gli aveva consigliato la cavallerizza, schioccando la frusta. Che cosa? Divorzio! gli aveva urlato nelle orecchi monsieur Richard. Al povero signor Daniele non rimaneva più che la Cammilla. Che, cosa devo fare?... Che cosa si può fare?... mormorava anche a lei, ma sottovoce, per non essere udito dagli altri.

Oh monsieur! ben arrivato! Daniele trasalì. Era Maddalena che lo aspettava sull'uscio dello scrittoio, le mani suoi fianchi, battendo i piedi per la stizza. Ben arrivato il monsieur! Monsieur? perché monsieur? e Daniele si sforzò di fare un viso ridente, sbirciando la moglie per capire che cosa ci fosse di nuovo. Io, qui, sacrificata tutto il giorno: e il nostro monsieur tutto il giorno a spasso!

In grazia dei «monsieur» serviti a tutto pasto e con ogni razza di gallonati, ho potuto uscir primo dalla gabbia, trovare il meno peggio dei posti nel treno francese, e schiacciarmi un altro sonnellino attraverso la Savoia. Nella stazione di Ambérieu, dove giungemmo a giorno chiaro, ho bevuto un latte, che meriterebbe il viaggio da solo.

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