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Di giorno, nel fondaco, teneva il carteggio e le prime note: la sera poi, in casa e in cucina, puliva, rattoppava, faceva le calze a tutti i Trebeschi; e di più, in quel continuo via vai delle serve e delle cuoche, sempre in prova e per prova, doveva lei, bene spesso, durante gli interregni, metter la pentola al fuoco per la colazione e pel pranzo.

A cena la signora Trebeschi non vide altro che musi lunghi: la rivolta era muta, ma generale. Come ha saputo farsi amare quello scavezzacollo! pensava. Maddalena trinciando il lesso. E forse, per un moto istintivo del suo cuore di madre, quella sera fu insolitamente larga nelle porzioni. E parlava e voleva far parlare gli altri, e cercava, con tutti i pretesti, d'intavolare la conversazione.

Amava i suoi figli, lei, e li mandava in mare, lontano, incontro ad una vita piena di stenti, di pericoli, una vita di galera! Amava i suoi figli e li voleva interdire, voleva rovinarli, disonorarli per sempre, prima ancora che cominciassero a vivere! E. questo perché? rispose, sforzandosi di tornare in calma, la signora Trebeschi per impedire che uno solo possa essere la rovina degli altri.

Uno solo, l'ultimo dei Trebeschi, Giacomino, alto, sottile, elegante, era un bel ragazzo, col naso diritto e il mento aristocratico: tutti dicevano, per spiegarci tale anomalia, che Giacomino assomigliava alla mamma.

Adesso lo sa: per ritirarla bisogna andare alla Banca Nazionale. Ma l'altro, invece di andarsene, posò tranquillamente il berretto sul canapè, cacciò la sciabola in mezzo alle gambe che prima allungò, poi accavallò l'una sull'altra, e fissando negli occhi la signora Trebeschi e sorridendo con galanteria, le domandò come il Fioccola, la rinnovazione ad un mese. Impossibile. Allora quindici giorni.

Per scoprir terreno, cominciò a parlare: e a sparlare del signor Trebeschi di quel giovane di bottega che si dava un atteggiamento marziale cominciò a scherzare sul conto suo, a ridere alle sue spalle e notò che ci stava a scherzare e a ridere anche la Fanny, ma esageratamente, con un'esaltazione nervosa; e notò di più che monsieur Richard, parlando del Trebeschi, pareva che avesse un nodo in gola, benché si sforzasse di non darlo a divedere..

Si figuri!... Basta la parola!... E così dicendo alzò il bicchierino. Alla sua salute, signor Trebeschi. Poi volle toccare anche con Giacomino, e , nell'angolo buio del caffè, bevendo il vermouth, il signor Daniele firmò la cambiale. Il signor Facchinetti la cacciò subito nel suo portafoglio, col danaro degli interessi, e andandosene in fretta e furia, dimenticò persino di pagare il vermouth.

Infatti, alla Banca Popolare qualcuno del Comitato di sconto, trovando quella cambiale con Facchinetti traente e Daniele Trebeschi accettante, aveva fatto molti commenti e punto favorevoli. Si fa presto a perdere il credito. La signora Maddalena, a quel colpo, non strepitò; non fiatò nemmeno. Stordita, accasciata, si lasciò cadere di peso sul vecchio canapè dello. scrittoio, borbottando: La peste!

Monsieur Trebeschi, un amico di mio fratello disse tosto e con gran disinvoltura l'intrepida amazzone, presentando Giacomo al generale, senza voltarsi nemmeno, mentre col cappello a cilindro sugli occhi e col frustino sotto il braccio, calzava, con grande sforzo, i guanti gialli, lunghi, scamosciati.

Che; cattivaccia! esclamò il Fioccola sorridendo a questa sfuriata. Così bella, bianca, rossa e fresca come una rosa, e sempre cattiva, cattivaccia! E se ne andò: ma tornò il dopo. Gli premeva quella cambiale del signor conte: prendeva i denari dalla Trebeschi Monghisoni al dieci per cento all'anno; ma poi lui si beccava, per provvigione, il dieci per cento al mese. Tornò dunque alla carica.