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così de li occhi miei ogne quisquilia fugò Beatrice col raggio d’i suoi, che rifulgea da più di mille milia: onde mei che dinanzi vidi poi; e quasi stupefatto domandai d’un quarto lume ch’io vidi tra noi. E la mia donna: «Dentro da quei rai vagheggia il suo fattor l’anima prima che la prima virtù creasse mai».

Ben v'en tre vecchi ancora in cui rampogna l'antica eta` la nova, e par lor tardo che Dio a miglior vita li ripogna: Currado da Palazzo e 'l buon Gherardo e Guido da Castel, che mei si noma francescamente, il semplice Lombardo. Di` oggimai che la Chiesa di Roma, per confondere in se' due reggimenti, cade nel fango e se' brutta e la soma>>.

MALFATTO. Be'; rendime li mei quatrini, adunque. CECA. Non te lli voglio rendere. Non me lli hai dati? MALFATTO. Misser no, che non te lli ho dati. Rendime li mei quatrini; rendime li mei quatrini. CECA. Vedi come piange el gaglioffo! MALFATTO. Rendime li mei quatrini, dico. CECA. To', vatti con Dio. MALFATTO. E dove vòi tu ch'io vada? CECA. Va' dove vòi. MALFATTO. Odi.

Du, mei flachshaarets Deandl I hab di so gern Und i kunnt weg'n dein Flachs Glei a Spinnradl wer'n.

E seguì: «Grato e lontano digiuno, tratto leggendo del magno volume du’ non si muta mai bianco bruno, solvuto hai, figlio, dentro a questo lume in ch’io ti parlo, mercè di colei ch’a l’alto volo ti vestì le piume. Tu credi che a me tuo pensier mei da quel ch’è primo, così come raia da l’un, se si conosce, il cinque e ’l sei;

Quid me vosque simul bertezat, soiat, agabbat? ad quam perveniet sua tandem audacia finem? non illum facies tanta gravitudine vestrae maiestasque mei removent, non guardia noctis, non sbirri zaffique simul, non mille diavoi spaventat, tanta est hominis petulantia ladri!

Tocca ancora co' suoi messaggeri, come fece David, il quale per l'omicidio d'Uria e per l'adulterio commesso in Bersabé, essendosi dal suo piacer partito, mandatogli Nathan profeta, il fece riconoscere; il quale, piangendo, e in quel salmo allora da lui composto, cioè «Miserere mei, Deus», la sua misericordia addomandando, impetrò del commesso perdonanza; e similemente Ezechia re, nunziatagli per comandamento di Dio da Isaia profeta la sua morte, pianse e pregò, e impetrò quindici anni di vita.

Quali Alessandro in quelle parti calde d'India vide sopra 'l suo stuolo fiamme cadere infino a terra salde, per ch'ei provide a scalpitar lo suolo con le sue schiere, accio` che lo vapore mei si stingueva mentre ch'era solo: tale scendeva l'etternale ardore; onde la rena s'accendea, com'esca sotto focile, a doppiar lo dolore.

E seguì: «Grato e lontano digiuno, tratto leggendo del magno volume du’ non si muta mai bianco bruno, solvuto hai, figlio, dentro a questo lume in ch’io ti parlo, mercè di colei ch’a l’alto volo ti vestì le piume. Tu credi che a me tuo pensier mei da quel ch’è primo, così come raia da l’un, se si conosce, il cinque e ’l sei;

Quivi è la rosa in che ’l verbo divino carne si fece; quivi son li gigli al cui odor si prese il buon cammino». Così Beatrice; e io, che a’ suoi consigli tutto era pronto, ancora mi rendei a la battaglia de’ debili cigli. Come a raggio di sol, che puro mei per fratta nube, gi