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Aggiornato: 22 novembre 2025
Ricordati: medita la vita di fronte alla morte. Vedrai quanti pregiudizi, quante paure, quante vilt
Giuliano, avendo le membra tronche dal gran cavalcare, non s'era potuto togliere il sonno di dosso, sino a mezzodì; e poi destatosi, aveva covato il letto a guisa di persona che medita e si riposa. Fatti e rifatti i conti, aveva veduto più chiaramente i casi suoi, dolorosi per ogni verso. Oramai non vi cadeva più dubbio: la marchesa di G... l'aveva ingannato, pietosamente ingannato, ma per farlo fuggire da Torino. E forse a quell'ora, i suoi amici erano tutti in carcere, d'onde non sarebbero usciti che per essere appiccati alle forche; e chi sa? qualcuno morendo in quella guisa, avrebbe lanciato a lui lontano, l'accusa di codardo e di traditore. Che gli rimaneva a fare? Deluso dalla donna amata, non provò senso d'odio o desiderio di vendetta; ma una sete di sventure, una volutt
Medita lungamente, studia bene la fanciulla di cui ti sei preso o ti pare di esserlo. Se è degna di te, sposala, Altrimenti rinunciavi, lascia Milano, fai un viaggio, distraiti, dimentica".
Mancava la magnetica corrente che si espande dai cuori innamorati, il flusso che non si può suscitare dai nervi e dal sangue, se questi nervi, se questo sangue non sieno agitati da una vera passione. La fanciulla non poteva penetrare l'orribile inganno di quella apparizione. Ella fissava quella larva con occhio attonito; meditava quelle sembianze come si medita un sinistro problema.
Ora le due cognate sono più da presso, parlano a voce più bassa, con un misto di confidenza e di diffidenza, con qualche esitazione davanti a certe domande, a certe risposte, con qualche pausa oscura, con qualche improvviso palpito, quasi spiandosi talora di sotto alle palpebre. Giana. Come? Mortella. Come chi troppo medita e non fa il male se non per tentar sé stesso e per essere un altro.
E allora, come si fa? domandò una piccola biondina col naso schiacciato e rivolto all'insù, che prendeva viva parte al giochetto. Allora, o si va in convento, o si medita un suicidio, oppure, meglio, si ricomincia da capo, scegliendone un altro. Brava Giulia! Brava! Alla scelta!... Alla scelta! Va bene, ma a chi tocca scegliere per la prima?
Dei documenti come quelli cui possiede il duca di Balbek continuò il principe non possono restare fra le mani di un particolare, soprattutto nelle sue. Perchè, madama, bisogna che voi sappiate tutto. Si assicura che il duca fu il complice di quella regina, cui medita di disonorare adesso; che quel figliuolo contestato è il suo; e che la di lui ambascieria qui è il prezzo di quella complicit
C'è nell'amore un grazioso dormiveglia, di cui come di tante altre cose piacevoli, si sente la delizia, quando la sensazione è cessata, o s'è trasformata in un'altra. Il cuore incomincia a farsi vivo, nel confuso bisbiglio d'una voce arcana. La ragione, acquietata da onesti argomenti, o persuasa dalla lontananza del pericolo, trova nel fatto il suo tornaconto e sonnecchia, lasciando che l'anima si abbandoni intieramente al soave sentimento che la invade. Tutti gli amori lo hanno, questo dolce periodo d'infanzia, del non desiderare, del non discuter nulla, dell'accettare la vita e la cosa come ci sono offerte dalla lieta occasione. È il tempo in cui l'uomo osserva la veste portata da una donna, per rammentarsene poi, come d'ogni parte più appariscente della bellezza di lei; è il lampo in cui la donna medita sulle frasi più insignificanti, e finisce a trovarci un senso riposto. E più tardi l'uomo può dire: "Sapete? la prima volta che ho sentito di amarvi, eravate vestita così e così." E la donna dal canto suo: "Vi rammentate? Un giorno, nel tal luogo, alla tal ora, mi avete detto che non vi piacevano i marrons glacés." Cara infanzia d'amore! In quel soave dormiveglia si è compiuto il grande mistero della compenetrazione (stavo per dire della transustanziazione) di due cuori, di due anime, di due esistenze. E quando ci si trova innamorati a buono, non si sa mica come la sia andata, nè quando sia entrato, nè da che uscio, l'amore. Si vorrebbe saperlo, per appagare una gentile curiosit
Lentamente le scene diverse si mutarono in imagini d'abitudine, per Cesare che le fissava con lo sguardo pigro di chi medita cose lontane; assorbivano la sua attenzione fisica, dando libero il corso ai pensieri.
Sempre a capo chino, continuava a fare e a disfare nodi colla cocca del tovagliolo, meditando su quella grande disgrazia di avere una moglie troppo perfetta. Dio, Dio! come le faceva scontare le proprie perfezioni!... Oh, avesse avuto qualche virtù di meno, un po' meno di cervello, avesse lavorato meno, e li avesse lasciati tutti respirare in pace! Che cosa medita il monsieur?
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