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Aggiornato: 5 giugno 2025
SENNIA. Chi mi chiama? MASTICA. Chi desia vedervi contenta. SENNIA. Faccilo Iddio, ché n'ho bisogno. MASTICA. Sète voi tanto infelice? SENNIA. Che buona nuova mi rapporti? MASTICA. La dirò se posso far tanta triegua con la fame che mi lasci dire. SENNIA. Dillami su.
LAMPRIDIO. Come non si può volere quel che si vuole? pure se non si può come si vuole, faccisi come si può. MASTICA. Queste parole mi danno ad intendere che il tuo amore será per scoprirsi tosto; però prima che ciò avenga será bene avisar Sennia che proveda a' fatti suoi. LAMPRIDIO. Eh Mastica, tu sei troppo crudele. MASTICA. A te è una pietá esser crudele.
MASTICA. Io non conosco se non i popoli panettari, piscatori, tavernari e salcicciari che mi donano da mangiare: con questi prattico e fo le mie scaramucce. Ma che seguí della guerra? TRASILOGO.... Combattendo seco, quantunque l'avessi dato diecimilla stoccate non la poteva uccider mai, perché era fatata come Orlando.
TRASILOGO. Che dice Olimpia di me? MASTICA. Che questa notte s'è sognata con voi e che voi le parete il piú bel gentiluomo del mondo. TRASILOGO. Haile tu detto che se ho un viso d'angiolo ho un cuor di diavolo? in somma la mia bellezza mi rubba gran parte della fama delle mie pruove; ché le genti vedendomi cosí bello non si ponno imaginare che sia quel satanasso, quel gran diavolo ch'io sono.
MASTICA. Come volete si serva: alla francese o alla italiana? MASTICA. Volete condisca la carne col petrosemolo, col coriandolo o col petrotimo. Vien qua, uomo da bene. MASTICA. Non chiami me? SENNIA. Non ci sei dunque? MASTICA. Questo nome non convenne mai né a me né ad alcuno di miei antecessori. SENNIA. Vien qua dunque, ribaldo piú d'ogni ribaldo.
MASTICA. Ricordati dimandar quello che ti ho detto, per mostrar che sei figlio a Teodosio. LAMPRIDIO. Non me lo dir piú, ché lo so cosí bene che ricordandomelo piú, me lo faresti smenticare. MASTICA. Tu sei tutto mutato di colore. LAMPRIDIO. Questa insperata speranza d'allegrezza m'ha tolto fuor di me stesso.
E appena si comincia a mangiare che ti senti dare in capo il «buon pro ti faccia», «abbi pazienza», «fu all'improviso», «l'acconciaremo un'altra volta». SQUADRA. Non dir questo, Mastica, ché in tavola sua mai ti mancaro né galline né polli.
MASTICA. Io ti voglio esser servo o che ti piaccia o no: se ben m'uccideste, per l'affezion che vi porto non potrei stare di non venire a casa vostra e mangiarmi in tavola vostra un pasticcio caldo caldo. TRASILOGO. Un malanno arai tu caldo caldo! SQUADRA. A te dice, Mastica. MASTICA. A tutti dui rispondo io, che ve lo cedo. TRASILOGO. Fa' che non venghi piú a mangiar con me. MASTICA. Perché?
I Gesuiti? Per lo appunto. Chi meglio di loro meritò della Chiesa? Francesco e Domenico sostennero la Chiesa pericolante, i Gesuiti la rilevarono pericolata. Chi sarebbe stato a pari di loro gagliardo a durare le lotte della fede co' Luterani, Calvinisti, Zuingliani, e l'altra peste maledetta di eretici, che Cristo confonda? Al Papato e al Principato i Gesuiti sono più necessari che i denti in bocca all'uomo; senza essi non si mastica: ed io so quello che mi dico. Il Principato attese a deprimere la Chiesa; e la Chiesa, legittimamente difendendosi, crollò il Principato: dannose le mutue offese, e quelle dei Principi, per di più, empie. Ora poi che assursero i Popoli ad avvantaggiarsi delle diuturne discordie, e, rotto il freno, minacciano il trono e l'altare, i Principi hanno fatto senno; e, uniti in bel vincolo di amore, attendono a sanare le scambievoli ferite: di entrambi adesso ne stringe pari la cura, però che entrambi derivino da Dio, quantunque immediatamente la Chiesa, mediatamente il Principato. I Gesuiti ottimamente compresero la doppia missione, e la esercitano con la sapienza del serpente, e la semplicit
Trovarono il Marliani lì ritto in piedi colla testa un po' reclinata verso l'uscio d'onde era sparito don Ignazio, come un uomo che mastica fra sè una ingiuria segreta. Mio padre forse l'ha offeso disse la Elisa a occhi bassi. Io sono sua figlia e sono quì pronta a domandarle scusa per lui, se ella vorr
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