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Aggiornato: 3 giugno 2025


Il canto veniva da un balcone poco discosto dal suo, anch'esso al terzo piano: aguzzò gli occhi, vide un'ombra bianca, era una donna che cantava una vecchia romanza del Tosti, poco nota, che è piuttosto un recitativo e che comincia così: Il gallo canta; e i sogni lieti o tristi Fuggon nel grande oblìo. Torna al mondo dei sogni, onde venisti, Larva dell'amor mio........

Noi ci avviciniamo all'episodio culminante, nel quale si racchiude la spiegazione di tutta la mia vita... »Il marchese non ebbe che un solo rivale il fantasma di Adolfo. Qual colpa ebbi io mai, fragile creatura, se il destino mi pose al fianco un marito, il quale non cessò mai, finchè visse, di evocare in proprio danno una larva irresistibile?

Mancava la magnetica corrente che si espande dai cuori innamorati, il flusso che non si può suscitare dai nervi e dal sangue, se questi nervi, se questo sangue non sieno agitati da una vera passione. La fanciulla non poteva penetrare l'orribile inganno di quella apparizione. Ella fissava quella larva con occhio attonito; meditava quelle sembianze come si medita un sinistro problema.

Quel sogno fu un lampo. Nell'amplesso di quella larva adorata, Fidelia si attendeva una inondazione di delizie. Ma appena le labbra dell'avventuriero ebbero sfiorate le sue, la fanciulla arretrò con ribrezzo, mandò dal petto un grido affannoso, e cadde al suolo tramortita. Il bacio di quell'uomo, o piuttosto di quella maschera umana, le era sembrato gelido come il bacio di un morto.

L'accampamento era immerso in un profondo silenzio. Davanti alla tenda dell'Ambasciatore, che s'era ritirato prima di noi, vegliava il fido Selam, primo soldato della Legazione. Fra le tende lontane passeggiava lentamente, come una larva bianca, il Caid della scorta. Il cielo era tutto scintillante di stelle. Che beata notte, se non avessi avuto quella spina del sonnambulo!

Dopo qualche minuto, Bice riprese con voce lenta: Mia madre è morta d'amore, me l'avete detto voi stesso. Quando penso a lei, io, che non ho potuto conoscerla, credo che dovrò morire di una morte anche peggiore. Mi fa pena per voi altri, specialmente pel povero dottore; egli avrebbe voluto fare di me una giovinetta fiorente, e non è riuscito che ad una larva di donna.

Furente, ella fa l’atto di prendere per le spalle la cognata che si scosta, bianca piuttosto come una larva che come una creatura. Mortella. Non mi toccare. Bada! Toccheresti la morte. Giana. Di’ tutto, dunque. Parla! Voglio. Mortella. Mi reggo la mascella, non il cuore. Con l’ospite... La voce le si dirompe nel gran tremito. Giana. Ebbene? Mortella. Con l’ospite non è di nuovo entrato un amante?

Gli è che e' non è più l'abate cui vedemmo piangere ai funerali di sua madre, nei mesi scorsi. La larva è scoppiata, ed

Laura. Larva. Io canto sotto l'ombra del bel lauro che pose il gran Petrarca in tanta altura, lo qual, mercé d'Amore, mentre dura il ciel, terrá la chiave del tesauro. Nel mese quando 'l sole si alza in Tauro ed empie il monte e 'l piano de verdura, nacque una bella e saggia creatura, che riconduce a noi l'etá de l'auro.

Un Amorino venne a querelarsi al picciolo Iddio di certa giovinetta che aveva abbandonato l’amante suo, ma poiché Venere difese la colpevole e poiché Marte, il quale aveva ragioni sue proprie di contraddizione alla dea, sostenne il cavaliere amante, bisognò trovare la fine del contrasto in particolari certami e in un generale torneo. Veramente ci fu ad intermezzo la comparsa della Gelosia in forma di larva orrenda con uno stuolo di

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